Sono trascorsi 30 giorni dalla stipula del cessate il fuoco tra Israele e Hamas, ma la situazione rimane instabile e la pace appare ancora una meta lontana. L’accordo, firmato a Sharm El Sheik un mese fa, ha segnato un tentativo di risoluzione, ma le violazioni della tregua si sono susseguite. Il presidente Donald Trump, nel suo recente viaggio in Medioriente, ha inviato 200 militari a Kyriat Gat, situata nel sud di Israele, per garantire l’attuazione del piano elaborato dalla Casa Bianca.
Rotture del cessate il fuoco
Nel corso di questo mese, il cessate il fuoco ha subito diverse rotture, con un tragico bilancio di 238 palestinesi e 2 soldati dell’IDF (Forze di Difesa Israeliane) deceduti. La tensione è palpabile lungo la Yellow Line, dove le truppe dell’IDF sono attualmente schierate, controllando il 53% della Striscia di Gaza. La situazione umanitaria è critica: quasi due milioni di persone vivono tra le macerie, senza una casa.
Aiuti e stabilizzazione internazionale
Le aspettative iniziali prevedevano l’ingresso di 600 camion di aiuti al giorno, ma attualmente ne arrivano meno di 200, rendendo difficile il sostentamento della popolazione colpita. Le autorità internazionali stanno lavorando per il disarmo di Hamas e per l’istituzione di una forza di stabilizzazione internazionale composta da 20.000 soldati, destinata a sostituire le forze israeliane nelle aree attualmente occupate. Tuttavia, il cammino verso la stabilità è costellato di sfide e ostacoli significativi.
