Usa, un video documenta il malore di un uomo durante l’arresto: polemiche su Ice

Egidio Luigi

Novembre 8, 2025

L’agenzia federale americana per il controllo dell’immigrazione, nota come Immigration and Customs Enforcement (ICE), si trova al centro di una controversia dopo la diffusione di un video che ritrae un uomo svenire durante un arresto, mentre tiene in braccio un bambino. Il filmato, che ha rapidamente guadagnato popolarità sui social media, ha sollevato interrogativi sulla condotta degli agenti coinvolti. Secondo quanto riportato dal quotidiano britannico The Guardian, i funzionari dell’agenzia hanno accusato l’uomo di aver simulato un’emergenza medica per ostacolare l’arresto della moglie.

Il video dell’arresto a Fitchburg

Le immagini, pubblicate dal Boston Globe, documentano l’episodio avvenuto giovedì scorso a Fitchburg, nel Massachusetts. Nel filmato si può osservare la donna, Juliana Milena Ojeda-Montoya, mentre cerca di rianimare l’uomo, Carlos Sebastian Zapata, il quale è svenuto alla guida del veicolo, con un bambino che piange nel mezzo. Durante la scena, un agente dell’ICE ordina ai passanti di allontanarsi, mentre un testimone esprime preoccupazione, affermando: “Stanno cercando di strappargli il bambino dalla mano”.

La posizione dell’ICE e del Dipartimento per la sicurezza interna

L’ICE ha risposto alle critiche affermando che il video non riflette la realtà dei fatti. Tricia McLaughlin, assistente segretaria del Dipartimento per la Sicurezza Interna (DHS), ha dichiarato che il personale medico presente sul posto non ha riscontrato alcun episodio clinico legittimo e che la famiglia ha rifiutato le cure. In una nota diffusa sui social media, il DHS ha descritto l’episodio come una simulazione di crisi epilettica, sostenendo che fosse un tentativo di aiutare una criminale a sfuggire alla giustizia.

Le dichiarazioni di Carlos Sebastian Zapata

Carlos Sebastian Zapata, protagonista del video, ha raccontato di aver perso i sensi per la paura che sua moglie venisse arrestata. Ha riferito di essere stato colpito alle costole e al collo durante l’intervento dell’ICE. L’agenzia ha confermato che l’operazione era incentrata sulla moglie di Zapata, Juliana Milena Ojeda-Montoya, originaria dell’Ecuador, per la quale esisteva un mandato di arresto legato a un accoltellamento di una collega e a un episodio di violenza in cui era stato coinvolto un bidone della spazzatura.

La situazione ha attirato l’attenzione dei media e ha riacceso il dibattito sulle pratiche dell’ICE e sui diritti delle famiglie coinvolte in operazioni di immigrazione.

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