Il fenomeno dei family influencer: l’uso dei bambini nel marketing familiare

Marianna Perrone

Novembre 6, 2025

In un contesto in cui i minori sono sempre più coinvolti nelle dinamiche dei social media, il fenomeno dei family influencer solleva preoccupazioni significative. Terre des Hommes ha lanciato un appello per la protezione dei figli di questi influencer, spesso inconsapevoli protagonisti delle attività commerciali online dei genitori. Questa situazione è stata approfondita in uno studio condotto da Terre des Hommes Italia in collaborazione con l’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria (IAP) e l’ALMED dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, intitolato “Protagonisti consapevoli? La tutela dei minorenni nell’era dei family influencer”.

Il contesto della ricerca

Lo studio, che ha analizzato 20 profili di family influencer e 1334 contenuti sui social media, ha rivelato che i minori appaiono in un contenuto organico su due e in uno sponsorizzato su quattro. In circa un terzo dei contenuti pubblicitari, i bambini sono attivamente coinvolti, scartando prodotti, presentandoli o lanciando promozioni. Tuttavia, la ricerca evidenzia una mancanza di protezione della privacy: nel 93% dei contenuti non vengono adottate misure come riprese di spalle o immagini pixelate. Solo il 7% dei contenuti organici presenta forme di tutela, e la percentuale scende al 2% per i contenuti pubblicitari.

In aggiunta, il 29% dei contenuti analizzati presenta situazioni problematiche relative alla privacy. Per esempio, nel 21% dei casi vengono mostrati momenti intimi come il bagnetto e nel 6% i minori sono coinvolti in trend o challenge. Solo nello 0,65% dei casi i bambini si oppongono esplicitamente alla ripresa, mentre nel 63% sono visibili sullo sfondo senza consapevolezza. Questo solleva interrogativi sul consenso, soprattutto considerando che l’80% dei bambini esposti ha un’età compresa tra 0 e 5 anni.

Richieste e proposte per la tutela dei minori

In risposta a queste problematiche, Terre des Hommes ha chiesto che il Disegno di Legge per la tutela dei minori nella dimensione digitale, attualmente in discussione al Senato, preveda che il coinvolgimento dei minori nelle attività pubblicitarie e commerciali sui social media venga considerato alla stregua delle altre forme di lavoro minorile. Per garantire la sicurezza e il benessere dei minori, si propone che i contenuti pubblicitari siano valutati e approvati dalla Direzione Provinciale del Lavoro.

Inoltre, si richiede l’istituzione di un registro in cui ogni influencer possa indicare gli advertising che coinvolgono minori, permettendo alla Direzione Provinciale del Lavoro di collaborare con l’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria. Questi strumenti sono ritenuti essenziali per evitare che i genitori, trasformando i propri figli in parte di un’attività commerciale, compromettano la fiducia e la sicurezza necessarie per una crescita sana.

Le conseguenze della sovraesposizione

Federica Giannotta, Responsabile Advocacy di Terre des Hommes, sottolinea che la sovraesposizione dei bambini sui social media può minare il loro senso di protezione e la capacità di distinguere tra realtà e finzione. La messa in scena di momenti intimi e la perdita di spazi protetti rappresentano rischi significativi, inclusa l’esposizione a potenziali minacce come l’adescamento e la pedopornografia.

Elisabetta Locatelli, ricercatrice dell’Università Cattolica, aggiunge che i social media hanno creato opportunità lavorative prima inedite, ma questo può portare a una sovraesposizione dell’infanzia e dell’adolescenza. La mancanza di confini chiari tra vita personale e professionale può compromettere i diritti dei minori e il loro benessere. È fondamentale affrontare queste sfide per garantire una crescita sana e protetta per i bambini coinvolti.

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