In Nepal, il periodo attuale rappresenta l’alta stagione per i trekking, ma non si tratta di una situazione favorevole per tutti. Gli italiani coinvolti in recenti incidenti stavano percorrendo sentieri considerati semplici, in particolare sulla seconda montagna del Paese. A commentare la situazione è stato Simone Moro, noto alpinista e soccorritore, che ha rilasciato alcune dichiarazioni a Tgcom24.
Condizioni meteorologiche imprevedibili
Moro ha sottolineato che in Nepal le condizioni meteorologiche possono essere estremamente imprevedibili. “Il bollettino meteorologico è inaffidabile, non si hanno le informazioni che abbiamo noi”, ha dichiarato, evidenziando come gli escursionisti siano stati colti di sorpresa da un’ondata di maltempo eccezionale. La mancanza di informazioni affidabili può rendere le escursioni molto più rischiose, specialmente per chi non conosce bene il territorio.
Criticità nei soccorsi in montagna
Un altro aspetto critico che Moro ha messo in evidenza riguarda i soccorsi in montagna. Secondo il suo racconto, in Nepal non esiste un servizio di soccorso alpino organizzato dallo Stato. “Il servizio è solo privato”, ha spiegato, aggiungendo che le enormi distanze e le difficoltà tecniche legate al rifornimento rendono la situazione ancora più complessa e costosa. “Le montagne sono altissime e non si possono scavalcare”, ha proseguito, descrivendo come le operazioni di soccorso siano complicate in un Paese di tali dimensioni.
Confronto con la situazione italiana
Moro ha anche confrontato la situazione nepalese con quella italiana, affermando che in Italia i servizi di emergenza sono più accessibili e gratuiti. “Qui in Italia siamo fortunati, abbiamo tutto gratis e più semplice”, ha detto, sottolineando la differenza tra i due contesti. Infine, ha lanciato un appello per la riapertura di un’ambasciata italiana in Nepal, ricordando che in passato esisteva una rappresentanza diplomatica che poteva fornire supporto ai cittadini italiani in difficoltà .
