Un crollo avvenuto nel centro di Roma ha assunto contorni di rilevanza internazionale, sollevando polemiche e tensioni diplomatiche. Il 3 novembre 2025, durante lavori di restauro, una porzione della storica Torre dei Conti, risalente al XIII secolo e situata nei pressi dei Fori Imperiali, ha ceduto, attirando l’attenzione della portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova. Attraverso il proprio canale Telegram, Zakharova ha lanciato un attacco al governo italiano, sostenendo che, mentre Roma continua a investire ingenti somme per sostenere l’Ucraina, il Paese rischia di “crollare” in vari ambiti, dall’economia alla sicurezza. Il riferimento ai 2,5 miliardi di euro di aiuti italiani a Kiev ha amplificato le tensioni tra Italia e Russia, già complicate da una situazione geopolitica instabile.
Il crollo della Torre dei Conti: dettagli sull’incidente a Roma
Nella mattina di lunedì 3 novembre, si è verificato un imprevisto evento nel centro storico di Roma. Durante i lavori di restauro della Torre dei Conti, un’importante struttura medievale, una sezione della torre ha subito un cedimento. L’area, a pochi passi dal Colosseo, è stata immediatamente isolata per garantire la sicurezza degli operai e dei passanti. La Torre dei Conti, costruita per volere di Annibaldo degli Annibaldi, è un simbolo del potere nobiliare romano e ha già subito danni in passato a causa di eventi sismici, ma un cedimento di questa entità non si era mai verificato negli ultimi decenni. Gli operai presenti al momento del crollo sono stati coinvolti nell’incidente, ma non sono stati riportati gravi feriti. Le autorità competenti sono ora impegnate in una serie di verifiche per valutare la stabilità della struttura e le cause del cedimento.
Il commento di Mosca: la provocazione di Zakharova sui fondi a Kiev
Poche ore dopo il crollo, il messaggio di Maria Zakharova ha fatto il giro del mondo, attirando l’attenzione dei media internazionali. La diplomatica russa ha collegato l’incidente alla politica estera italiana, citando il sostegno finanziario fornito dall’Italia all’Ucraina, che include aiuti militari e contributi attraverso i meccanismi dell’Unione Europea. Secondo le dichiarazioni di Zakharova, i 2,5 miliardi di euro investiti rappresenterebbero uno “spreco” che, simbolicamente, avrebbe portato al “crollo” della nazione. Le affermazioni della portavoce del Cremlino, diffuse tramite Telegram, sono state interpretate come una provocazione diretta al governo italiano, in un momento in cui le relazioni tra i due Paesi sono già tese.
La reazione italiana e il contesto diplomatico attuale
In seguito alle dichiarazioni di Zakharova, non è giunta una risposta ufficiale da Palazzo Chigi, ma fonti della Farnesina hanno definito inappropriato il tentativo di collegare un incidente di natura edilizia alla politica estera. Le relazioni tra Roma e Mosca hanno subito un ulteriore deterioramento negli ultimi mesi, in seguito al sostegno dell’Italia al governo ucraino di Volodymyr Zelensky, sia dal punto di vista umanitario che militare. L’Italia ha partecipato attivamente ai principali pacchetti di sanzioni europee contro la Russia e ha fornito equipaggiamenti difensivi a Kiev. Questo contesto ha reso le parole di Zakharova ancora più cariche di significato, evidenziando le frizioni esistenti tra i due Paesi in un momento di crisi internazionale.
