Accordo di coalizione a Praga: si forma un governo di destra critico verso l’Ue

Egidio Luigi

Novembre 3, 2025

Il 10 gennaio 2025, la Repubblica Ceca ha ufficialmente siglato un accordo di coalizione che segna un cambiamento significativo nel panorama politico del paese. Il nuovo governo, guidato da un esecutivo di destra e fortemente anti-europeista, è frutto di un’intesa tra tre partiti: Ano, il movimento del premier in pectore Andrej Babis, il partito degli Automobilisti e Libertà e Democrazia Diretta, guidato da Tomio Okamura, di origini ceco-nipponiche.

La composizione della nuova maggioranza

Con un totale di 108 seggi su 200, la coalizione porterà la Repubblica Ceca verso una linea politica decisamente conservatrice. Il partito degli Automobilisti, che a livello europeo è affiliato al gruppo di estrema destra Esn, dominato dal partito tedesco Afd, rappresenta una delle forze principali di questo nuovo governo. Dall’altro lato, il partito di Okamura è parte della coalizione dei Patrioti, che include anche membri di Ano. Questa alleanza segna una netta svolta a destra per il paese, con implicazioni significative per le politiche interne ed estere.

Obiettivi politici e sfide future

Secondo quanto riportato da Politico, uno dei principali obiettivi di Babis a livello europeo sarà il blocco del sistema Ets2, il nuovo meccanismo di scambio di emissioni che dovrebbe entrare in vigore nel 2027. Questa iniziativa rappresenta solo un primo passo nella strategia della Repubblica Ceca contro il Green Deal europeo, un programma che promuove la sostenibilità ambientale e la riduzione delle emissioni di carbonio. La posizione di Babis e dei suoi alleati evidenzia una chiara opposizione alle normative europee in materia di ambiente e sostenibilità, che potrebbero avere un impatto diretto sull’industria e sull’economia del paese.

La coalizione, quindi, non solo segna un cambiamento politico, ma preannuncia anche un periodo di tensioni e dibattiti accesi sia a livello nazionale che europeo. La Repubblica Ceca si prepara a una fase di confronto con le istituzioni europee, in un contesto in cui le politiche ambientali e i diritti civili potrebbero diventare terreno di scontro.

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