Quando Rob Jetten ha fatto il suo ingresso sul palco della notte elettorale dei Democratici 66 (D66) a Leida, il 2 novembre 2025, è stato accolto da una folla entusiasta che lo ha celebrato come una vera e propria rockstar. Il suo grido di battaglia, “Yes we can” in olandese, ha risuonato tra i presenti, richiamando alla mente le celebri frasi dei democratici americani. Jetten, liberale e progressista, rappresenta un simbolo di cambiamento, non solo per le sue posizioni politiche, ma anche per il suo impegno a favore dei diritti delle persone LGBTQ+, che lo avvicinano a figure come Pete Buttigieg.
La sua storia personale è affascinante: nato nel 1987 a Veghel e cresciuto a Uden, Rob Jetten ha sempre avuto un sogno chiaro in mente. “Da ragazzo volevo far arrivare i treni in orario”, ha dichiarato con un sorriso ironico. Figlio di un ferroviere e di un’infermiera, ha intrapreso un percorso che lo ha portato a diventare un punto di riferimento nella lotta contro la polarizzazione politica nei Paesi Bassi. Con un abito impeccabile e un’energia contagiosa, Jetten ha saputo conquistare il pubblico e i media, guadagnandosi il soprannome di “Teflon Rob” per la sua capacità di rimanere al di sopra delle polemiche, proprio come il suo mentore Mark Rutte, che lo ha nominato ministro per il Clima e l’Energia nel 2022.
Il percorso politico di Rob Jetten
Rob Jetten ha iniziato la sua carriera politica nei Democratici 66, dove è diventato capogruppo in Parlamento dopo aver studiato amministrazione pubblica a Nimega e aver lavorato per ProRail. La sua ascesa è stata rapida e impressionante, culminando in una sfida diretta contro Geert Wilders. Jetten ha portato avanti un messaggio chiaro: “Meno ideologia, più soluzioni“, un approccio pragmatico che si riflette anche nella sua attenzione per i giovani e per la crisi abitativa, temi cruciali nel dibattito politico attuale.
Il suo stile di leadership si distingue per l’abilità di mediare e dialogare, qualità che gli sono state riconosciute anche da ex collaboratori. “Sa quando mediare”, ha affermato un suo ex portavoce, rivelando anche il suo lato più analitico e preciso, evidenziato dalla passione per i file Excel. Questa combinazione di competenze e personalità ha reso Jetten una figura centrale nel panorama politico olandese, capace di attrarre consensi trasversali.
La visione di un futuro inclusivo
Rob Jetten ha sempre messo in primo piano il “lato umano” della politica, un aspetto che considera fondamentale per apportare cambiamenti significativi. “Sono cresciuto in una famiglia normale, in una piccola città. So cosa significa essere diverso, ma anche sentirsi parte di qualcosa”, ha dichiarato, sottolineando l’importanza del dialogo e della comprensione reciproca. Questo approccio è particolarmente rilevante in un momento in cui la società olandese è divisa su molte questioni.
La sua esperienza personale ha influito sulla sua visione politica. L’omicidio del regista Theo van Gogh ad Amsterdam nel 2004 ha segnato un punto di svolta per lui. “Alcuni ragazzi del mio villaggio incendiarono una scuola turca: erano miei compagni di calcio“, ha ricordato, rivelando come quell’evento drammatico lo abbia spinto a riflettere sull’importanza del dialogo. Jetten è determinato a costruire ponti e a promuovere una cultura di rispetto e inclusione, elementi essenziali per la formazione di una coalizione governativa solida e coesa.
Con il supporto della sua comunità e del compagno, Nicolas Keenan, hockeista argentino, Rob Jetten si prepara a una nuova sfida. Se riuscirà a formare una coalizione vincente, potrebbe diventare il premier più giovane e il primo leader apertamente gay nella storia dell’Olanda. La sua visione e il suo approccio pragmatico potrebbero rappresentare una nuova era per la politica olandese, in un contesto che richiede più che mai unità e collaborazione.
 
 