Negli ultimi giorni, il Lazio è stato teatro di gravi episodi riguardanti il destino di animali domestici, in particolare cavalli, che sarebbero stati abbattuti per ordine delle autorità locali. Questi eventi rientrano in un piano regionale dal valore di 600.000 euro, volto al “contenimento” di animali liberi o rinselvatichiti. La situazione è stata definita inaccettabile e di estrema gravità dall’Associazione Italian Horse Protection (IHP), la quale sostiene che il Ministero della Salute abbia interpretato in modo errato il Regolamento europeo riguardante i cavalli semiselvatici, applicandolo in modo distorto a gruppi di animali non riconducibili a proprietari.
Le preoccupazioni dell’associazione italian horse protection
Sonny Richichi, presidente di IHP, ha espresso la propria preoccupazione riguardo a questa interpretazione normativa, ritenendola non solo errata ma anche pericolosa. Secondo Richichi, essa crea un vuoto giuridico che potrebbe colpire animali discendenti da cavalli domestici, attualmente in libertà in contesti rurali o naturali. L’associazione ha già richiesto chiarimenti ufficiali e ha ottenuto un incontro con il Ministero della Salute, programmato per il 19 novembre 2025. Durante questo incontro, l’IHP intende sollecitare una revisione urgente dell’interpretazione normativa in questione.
In attesa di tale incontro, l’Associazione chiede con fermezza alla Regione Lazio e agli enti locali coinvolti di annullare immediatamente qualsiasi provvedimento normativo che preveda abbattimenti indiscriminati o catture cruente di cavalli e di altri animali domestici “inselvatichiti“. Queste azioni, secondo l’IHP, sarebbero in contrasto con la legge nazionale sulla fauna selvatica e con i principi sanciti dalla Costituzione italiana.
Proposte per una gestione etica degli animali
Richichi ha anche invitato le istituzioni a collaborare con l’associazione per sviluppare un piano di gestione etico e non violento per gli animali che vivono in libertà o in stato semibrado. Tale piano dovrebbe basarsi su pratiche di monitoraggio, identificazione e recinzioni adeguate, e prevedere, se necessario, il trasferimento degli animali in rifugi o santuari, piuttosto che sulla soppressione.
Il presidente di IHP ha sottolineato l’importanza di agire responsabilmente e con civiltà, affermando che l’Italia non può permettere che un errore interpretativo porti alla morte di cavalli che vivono liberi. La questione rappresenta non solo un problema di tutela degli animali, ma anche una questione di rispetto per le normative vigenti e per i principi etici che dovrebbero guidare la gestione della fauna selvatica nel paese.
