Israele blocca le visite della Croce Rossa ai detenuti palestinesi

Marianna Perrone

Ottobre 29, 2025

Israele ha recentemente negato l’accesso al Comitato Internazionale della Croce Rossa per visitare i prigionieri palestinesi, in base a una normativa che si rivolge specificamente ai ‘combattenti illegali’. Questa decisione è stata comunicata dal ministro della Difesa israeliano, Katz, il 29 ottobre 2025, a Gerusalemme. Katz ha sottolineato che le informazioni ricevute evidenziano chiaramente come le visite della Croce Rossa ai detenuti accusati di terrorismo possano compromettere seriamente la sicurezza dello Stato e dei suoi cittadini.

La posizione di Israele sulla Croce Rossa

Il ministro Katz ha affermato che la priorità assoluta del governo israeliano è la protezione della sicurezza nazionale. Secondo lui, le opinioni espresse dai servizi di sicurezza indicano che consentire alla Croce Rossa di visitare i prigionieri palestinesi potrebbe rappresentare un rischio significativo. La legge che vieta tali visite è stata concepita per garantire che i diritti dei detenuti non compromettano la sicurezza pubblica e l’integrità dello Stato. Katz ha ribadito che ogni decisione presa in merito a questa questione è orientata a garantire la sicurezza dei cittadini israeliani.

La Croce Rossa, da parte sua, ha sempre sostenuto che le visite ai prigionieri sono fondamentali per garantire il rispetto dei diritti umani e delle norme internazionali. Tuttavia, il governo israeliano sembra determinato a mantenere il divieto, affermando che la sicurezza nazionale non può essere messa in discussione. Questo scontro tra le esigenze di sicurezza e i diritti umani rappresenta una delle molteplici tensioni che caratterizzano il conflitto israelo-palestinese.

Le conseguenze del divieto

La decisione di Israele di vietare le visite della Croce Rossa ai prigionieri palestinesi avrà conseguenze significative non solo per i detenuti, ma anche per le relazioni internazionali del paese. Organizzazioni per i diritti umani e vari governi potrebbero reagire con ferme proteste, considerando questa azione come una violazione dei diritti fondamentali. La Croce Rossa, in particolare, potrebbe intensificare le sue campagne per ottenere l’accesso ai prigionieri, evidenziando l’importanza di monitorare le condizioni di detenzione e garantire che i diritti siano rispettati.

In un contesto più ampio, questa situazione potrebbe influenzare il dialogo tra Israele e le autorità palestinesi, rendendo ancora più difficile trovare un terreno comune per negoziati futuri. La comunità internazionale sta osservando attentamente gli sviluppi, poiché ogni azione intrapresa da Israele in questo ambito potrebbe avere ripercussioni sulle relazioni diplomatiche e sulla stabilità regionale.

La questione dei prigionieri palestinesi e il loro trattamento rimane un tema delicato e controverso, che continua a sollevare interrogativi sulla giustizia e sulla sicurezza in un contesto di conflitto prolungato. La posizione di Israele, come espressa dal ministro Katz, riflette una strategia di sicurezza nazionale che sembra non lasciare spazio a compromessi in questo momento critico.

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