A Rio de Janeiro, 64 vittime nell’operazione anti narcotici più mortale di sempre

Egidio Luigi

Ottobre 29, 2025

La situazione a Rio de Janeiro è diventata critica a seguito di una massiccia operazione militare contro il Comando Vermelho, la principale organizzazione criminale della città. L’operazione, avviata dal governatore Cláudio Castro del Partito Liberale, è stata definita dai media brasiliani come “stato di guerra”. Il 2 maggio 2025, la città ha visto l’intervento più letale nella sua storia, con un bilancio di 64 morti accertati, tra cui quattro agenti di polizia. Oltre 2.500 uomini delle forze dell’ordine sono stati schierati nei complessi di Alemão e Penha, aree densamente popolate da circa 280 mila residenti.

Reazione dei narcos e conflitto armato

La risposta del Comando Vermelho è stata violenta e ben organizzata. I membri della fazione hanno utilizzato droni armati di granate, fucili d’assalto in grado di colpire elicotteri e hanno persino sequestrato autobus per bloccare le strade di accesso alle aree interessate. La popolazione è stata sottoposta a pressioni tramite messaggi su WhatsApp, invitandola a partecipare ai blocchi e a sostenere le azioni della criminalità. Durante gli scontri, le raffiche di fuoco hanno superato i 200 colpi al minuto, trasformando alcune zone di Rio in un vero e proprio campo di battaglia.

Il principale obiettivo dell’operazione, Edgar Alves Andrade, noto come Doca da Penha, è attualmente latitante. È ricercato per venti mandati di cattura che lo accusano di oltre cento omicidi, il che rende la sua cattura una priorità assoluta per le autorità.

Interventi governativi e situazione attuale

Cláudio Castro ha descritto l’operazione come una risposta dello Stato ai narcoterroristi, richiedendo il supporto del governo federale e denunciando l’isolamento in cui si trova Rio de Janeiro. Nelle ore successive, i ministri Rui Costa, responsabile della Casa Civil, e Ricardo Lewandowski, ministro della Giustizia e Sicurezza, sono attesi in città per incontrare il governatore. Questa visita segue una riunione d’emergenza al Palazzo del Planalto, convocata dal presidente facente funzione Geraldo Alckmin, mentre Lula si trova in viaggio di ritorno dalla Malesia.

Attualmente, Rio de Janeiro è in uno stato di paralisi. Le scuole e le università sono rimaste chiuse, i voli all’aeroporto di Galeão sono stati sospesi e i trasporti pubblici sono nel caos. Migliaia di lavoratori sono stati costretti a tornare a casa a piedi, evidenziando la gravità della situazione e l’impatto diretto sulle vite dei cittadini. La città, una delle più iconiche del Brasile, si trova ora a fronteggiare una crisi di sicurezza senza precedenti.

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