Apokàlypsis: l’oratorio di Marcello Panni in scena a Roma

Marianna Perrone

Ottobre 28, 2025

L’Istituzione Universitaria dei Concerti, il 1 novembre 2025 alle 18:30, accoglierà nell’Aula Magna della Sapienza l’evento musicale intitolato Apokàlypsis. Questo oratorio, strutturato in sette quadri e due parti, con un prologo e un epilogo, è stato concepito da Marcello Panni, il quale ha saputo tradurre in note le visioni dell’Apocalisse di Giovanni, considerato l’ultimo e più enigmatico libro della Bibbia.

Dettagli dell’evento musicale

Il concerto sarà diretto dallo stesso Panni e vedrà la partecipazione del cardinale Gianfranco Ravasi, che introdurrà l’evento. La performance si avvarrà del Coro di Voci Bianche dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto da Claudia Morelli, e del Coro Goffredo Petrassi, sotto la direzione di Stefano Cucci. A completare l’organico ci sarà la Banda Nazionale dell’Esercito Italiano, guidata da Filippo Cangiamila, insieme alle voci recitanti di Francesco Siciliano e Sylvia Milton. La composizione musicale, che coinvolge 31 strumenti a fiato e quattro percussionisti, mira a evocare una sacralità primitiva attraverso armonie dissonanti. Il testo dell’oratorio è un’antologia di passaggi tratti dall’Apocalisse di Giovanni, selezionati secondo le indicazioni del cardinale Ravasi, uno dei massimi esperti delle Sacre Scritture.

La visione sonora di Marcello Panni

Marcello Panni ha spiegato che “la visione di Giovanni è intrisa di riferimenti musicali: le sette trombe suonano, le arpe risuonano, e i cori angelici insieme agli Anziani adorano l’Agnello, senza trascurare i suoni naturali della tempesta, del tuono e delle fiamme”. Il compositore ha strutturato questa imponente visione sonora utilizzando simbolicamente il numero sette come elemento portante, sia ritmico che strutturale. “Sette sono le note e sette i cieli, che orbitano attorno alla Terra producendo l’Armonia delle Sfere”, ha sottolineato Panni.

Struttura e stile dell’oratorio

L’oratorio è composto da sette quadri, simili a grandi affreschi, che includono un prologo e un epilogo. Tuttavia, la sfida principale è stata quella di scegliere uno stile armonico e melodico adatto a un testo così complesso. Panni ha optato per una lettura austera, evitando un’Apocalisse tecnologica con effetti elettronici e stile cinematografico, per abbracciare piuttosto un rito sciamanico, una cerimonia antica e senza tempo, arricchita da elementi di folklore.

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