Tensione tra Trump e Putin per il petrolio, la Cina riduce le esportazioni

Egidio Luigi

Ottobre 24, 2025

I sorrisi e le strette di mano tra Stati Uniti e Russia, simbolo di un’epoca di cooperazione, sembrano ormai un ricordo sbiadito. Il conflitto per il controllo del mercato del petrolio è esploso, coinvolgendo non solo Mosca e Washington, ma anche potenze asiatiche come la Cina e l’India. Secondo quanto riportato da Reuters, le recenti sanzioni americane contro i colossi petroliferi russi, Lukoil e Rosneft, hanno spinto la Cina a rivedere i suoi acquisti di petrolio russo, mettendo a dura prova la storica alleanza tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping.

Le ripercussioni delle sanzioni americane

Le sanzioni imposte dagli Stati Uniti stanno avendo un impatto significativo, non solo su Mosca, ma anche sull’India, che sta considerando di fermare i flussi di petrolio dalla Russia. Il leader del Cremlino ha definito queste misure come “atti ostili”, sostenendo che nessun paese rispettabile si piegherebbe a pressioni esterne. Nonostante le affermazioni di Putin, molti esperti rimangono scettici riguardo alla stabilità dell’economia russa, che dipende fortemente dalle esportazioni di petrolio. Infatti, Lukoil e Rosneft rappresentano circa il 50% dei più di 4 milioni di barili di greggio esportati quotidianamente dalla Russia, principalmente verso i mercati asiatici, specialmente dopo l’imposizione, alla fine del 2022, di un tetto massimo di prezzo di 60 dollari al barile.

La Cina e l’India, i principali acquirenti del petrolio russo, hanno importato rispettivamente 2 milioni e 1,6 milioni di barili al giorno solo a settembre. Un eventuale stop, anche temporaneo, da parte di questi due paesi potrebbe infliggere un duro colpo a Mosca, compromettendo le sue capacità di finanziamento della guerra in Ucraina. Dopo l’annuncio delle sanzioni, i giganti petroliferi cinesi, tra cui PetroChina e Sinopec, hanno già sospeso gli acquisti di petrolio russo via mare. Si prevede che anche le raffinerie indipendenti cinesi possano seguire questa linea, considerando le possibili conseguenze economiche legate alle sanzioni americane.

Le prospettive per Cina e India

L’eventuale interruzione dei flussi di petrolio russo da parte di Cina e India non solo influenzerebbe l’economia russa, ma potrebbe anche portare a un riequilibrio nel mercato globale del petrolio. Entrambi i paesi potrebbero essere costretti a guardare verso gli Stati Uniti e l’OPEC per le loro forniture. Il cartello dei produttori di petrolio ha già manifestato la sua disponibilità a intervenire in caso di carenze, offrendo rassicurazioni al mercato e contribuendo a limitare l’aumento dei prezzi del greggio, che ha già registrato un incremento di oltre il 6%. Questo rialzo, sebbene significativo, potrebbe essere gestito senza causare un’impennata dei costi energetici e dell’inflazione.

Un aumento della domanda da parte dell’OPEC potrebbe favorire in particolare l’Arabia Saudita, che detiene una delle maggiori capacità di produzione e ha un forte legame con gli Stati Uniti. La nazione araba è in procinto di partecipare agli Accordi di Abramo, sostenuti da Trump, il che potrebbe ulteriormente rafforzare le alleanze strategiche nella regione.

Trump interrompe i negoziati con il Canada

In un altro sviluppo significativo, il 2025 ha visto Donald Trump annunciare la sospensione immediata di tutti i colloqui commerciali con il Canada. Il presidente americano ha accusato il governo canadese di aver citato erroneamente l’ex presidente Ronald Reagan in una campagna pubblicitaria contro i dazi. “A causa del loro comportamento vergognoso, tutti i negoziati commerciali con il Canada sono con la presente terminati”, ha dichiarato Trump attraverso il suo social network Truth, evidenziando le tensioni commerciali in corso tra i due paesi.

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