Nel contesto delle recenti opere di ristrutturazione della Casa Bianca, le polemiche non si sono fatte attendere. Il presidente degli Stati Uniti, nonostante avesse garantito che il progetto non avrebbe “interferito” con la struttura esistente, ha visto l’ala est della residenza presidenziale ridotta in macerie a causa delle operazioni di demolizione. Le immagini diffuse mostrano chiaramente l’impatto devastante delle ruspe, suscitando preoccupazioni tra i cittadini e i membri del governo.
Demolizione senza consenso
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Associated Press, la demolizione è stata eseguita senza il consenso della National Capital Planning Commission (NCPC), l’ente federale responsabile dell’approvazione di interventi su edifici storici, come la Casa Bianca stessa. Durante una riunione tenutasi a settembre 2025, il presidente della Commissione, Will Scharf, ha spiegato che l’agenzia non ha competenza sui lavori effettuati su edifici di proprietà federale. Scharf ha chiarito che la loro attività si concentra principalmente su costruzioni e sviluppi verticali, escludendo quindi la supervisione di opere su edifici storici.
Interrogativi sulla trasparenza
Questa situazione ha sollevato interrogativi riguardo alla trasparenza delle decisioni governative e al rispetto delle normative che tutelano il patrimonio architettonico degli Stati Uniti. La mancanza di approvazione da parte della NCPC ha aperto un dibattito sul ruolo delle agenzie federali nel monitoraggio delle modifiche a edifici di rilevanza storica. Il caso della Casa Bianca rappresenta un esempio emblematico di come le scelte politiche possano influenzare la conservazione del patrimonio culturale, suscitando reazioni contrastanti tra i cittadini e le istituzioni.
