Kara Walker affronta Trump, trasforma una statua confederata in un’opera inquietante

Egidio Luigi

Ottobre 19, 2025

Kara Walker, artista afroamericana di fama internazionale, ha lanciato una provocazione che mette in discussione la storia e la cultura americana. La sua ultima opera, che trasforma la statua del generale sudista Stonewall Jackson, rimossa nel 2021 a Charlottesville durante le manifestazioni per il movimento Black Lives Matter, è stata presentata in un museo di Los Angeles. Questa installazione, priva di testa, rappresenta un forte simbolo della lotta contro il razzismo e la supremazia bianca.

La mostra monuments al moca di los angeles

Dal 23 ottobre 2025, il Museo di Arte Contemporanea (MoCA) di Los Angeles ospiterà la rassegna Monuments, che avrà luogo anche presso la galleria The Bricks. L’evento si propone di esplorare il destino dei monumenti dedicati ai suprematisti bianchi, molti dei quali sono stati abbattuti in seguito alle proteste per l’omicidio di George Floyd avvenuto a Minneapolis. La statua di Jackson, rimossa e acquisita da The Bricks, è stata affidata a Kara Walker, nota per le sue opere provocatorie, tra cui la famosa Sfinge di zucchero del 2014 e la fontana con squali esposta alla Tate, che denunciava il commercio degli schiavi nell’Impero Britannico.

Unmanned drone: l’opera che sfida il passato

L’opera centrale della mostra, intitolata Unmanned Drone, affronta la questione dei monumenti sudisti e la loro rappresentazione nella società contemporanea. Walker ha decomposto la figura del generale e del suo cavallo, ricomponendo i resti in una visione inquietante, simile a quelle di Hieronymus Bosch. La scultura presenta dettagli disturbanti, come le gambe del guerriero confederato che penzolano e una testa senza volto posizionata sul muso di una bestia. Hamza Walker, direttore di The Bricks, ha dichiarato che l’opera “cancella il mito dei suprematisti bianchi, mettendo in luce l’orrore” che questi rappresentano.

Un dialogo tra passato e presente

Kara Walker ha sottolineato l’importanza di rimuovere i monumenti dai loro piedistalli e di collocarli in un contesto che favorisca il dialogo con le opere di artisti contemporanei. Questi artisti, provenienti da diverse esperienze e background, hanno affrontato la storia della supremazia bianca in modi unici e personali. Tra le opere esposte, si possono trovare fotografie di membri del Ku Klux Klan di Andres Serrano, un cortometraggio di Julie Dash con il cantante d’opera Davóne Tines e una serie di autoritratti di Nona Faustine, che si ritrae come donna nera nei luoghi simbolici del commercio degli schiavi a New York City.

Nella mostra, due enormi statue sudiste provenienti da Baltimora sono esposte accanto a A Suspension of Hostilities, un’installazione di Hank Willis Thomas del 2019. Quest’opera presenta una Dodge Charger, dipinta come la “General Lee”, conficcata nel terreno, un chiaro riferimento alla serie televisiva degli anni ’80 The Dukes of Hazzard. La rassegna si propone di stimolare una riflessione profonda sulla storia e sull’eredità culturale degli Stati Uniti, ponendo interrogativi sul significato e sull’impatto dei monumenti nella società moderna.

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