Ritorna Non Essere Cattivo: il tributo a Caligari tra passione e integrità

Marianna Perrone

Ottobre 18, 2025

Alessandro Borghi ha condiviso un ricordo profondo durante la Festa del Cinema di Roma, rievocando l’influenza fondamentale di Claudio Caligari sul suo percorso artistico. “Se non avessi incontrato Claudio, il mio percorso non sarebbe stato assolutamente quello che ho realizzato. Mi ha insegnato l’importanza del cinema e del rispetto della propria identità“, ha dichiarato l’attore, che ha partecipato all’evento insieme a Luca Marinelli, Silvia De Santis, Roberta Mattei e Valerio Mastandrea, quest’ultimo anche coproduttore del film “Non essere cattivo“. Quest’opera, un capolavoro postumo del regista piemontese, è stata rilasciata nel 2015, poco dopo la scomparsa di Caligari, avvenuta a soli 67 anni.

Il film torna sul grande schermo

Il film torna ora sul grande schermo dieci anni dopo la sua uscita originale, presentato all’interno della retrospettiva dedicata al regista durante l’evento romano. Le proiezioni si svolgeranno dal 27 al 29 ottobre come parte di un’uscita evento. Valerio Mastandrea ha ricordato il suo primo incontro con Caligari nel 1997, durante la realizzazione de “L’odore della notte“, e ha sottolineato il suo impegno nel completare “Non essere cattivo“, sostenendo il regista malato in ogni fase del progetto. “Claudio era una persona che viveva per la sua passione e ha insegnato tanto a tutti noi”, ha affermato Mastandrea.

Le fragilità di Caligari

Nonostante la sua grandezza artistica, Caligari ha affrontato fragilità che lo hanno ostacolato nel difendere la sua visione cinematografica. “Ha pagato il prezzo della sua autonomia“, ha aggiunto Mastandrea, evidenziando anche la dolcezza e la sensibilità che caratterizzavano il regista. La sua ambizione era quella di realizzare un cinema accessibile a tutti.

L’incontro con Caligari

Roberta Mattei ha raccontato come l’incontro con Caligari all’inizio della sua carriera le abbia fornito una direzione chiara. “È difficile trovare un’universalità così importante come la sua. Non si poneva mai al di sopra di nessuno”, ha dichiarato. Silvia De Santis ha osservato che lavorare con Caligari porta a confrontarsi con la realtà, dove spesso mancano progetti guidati da un simile rigore. La lezione del regista dovrebbe ispirare chi sogna di entrare nel mondo del cinema.

Riflessioni finali di Luca Marinelli

Infine, Luca Marinelli ha fatto riferimento all’anno in cui è uscito anche “Lo chiamavano Jeeg Robot“, sottolineando come entrambi i film siano stati inizialmente poco apprezzati dai produttori. “Queste esperienze mi hanno insegnato l’importanza del coraggio e il rispetto per il pubblico, spesso sottovalutato”, ha concluso l’attore, rimarcando l’eredità di Claudio Caligari nel panorama cinematografico contemporaneo.

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