Hamas: la chiusura di Rafah posticipa la restituzione dei corpi degli ostaggi

Egidio Luigi

Ottobre 18, 2025

La situazione nella Striscia di Gaza continua a destare preoccupazione, con il gruppo Hamas che ha lanciato un allerta riguardo le conseguenze della chiusura del valico di Rafah, il principale punto di transito tra l’Egitto e il territorio palestinese. Il 18 ottobre 2025, Hamas ha comunicato che tale chiusura sta causando significativi ritardi nella consegna dei corpi degli ostaggi, complicando ulteriormente una crisi già drammatica.

Chiusura del valico di Rafah e impatti umanitari

Hamas ha reso noto che la prolungata chiusura del valico di Rafah ostacola l’ingresso di attrezzature specializzate essenziali per la ricerca e l’identificazione dei dispersi. Questa situazione ha un impatto diretto sulle operazioni di recupero dei corpi, poiché le squadre di medicina legale non possono accedere agli strumenti necessari per svolgere il loro lavoro. Il portavoce del gruppo ha dichiarato che la chiusura comporta “ritardi significativi nel recupero e nel trasferimento dei resti” delle persone rapite, aggravando il dolore delle famiglie coinvolte.

In un contesto già teso, la carenza di risorse necessarie per le operazioni di recupero rappresenta un ulteriore ostacolo per le autorità locali e le organizzazioni umanitarie. La situazione è resa ancora più complessa dalla difficoltà di accesso alle aree colpite, dove le macerie rendono complicata la ricerca di eventuali sopravvissuti o dei corpi delle vittime. La chiusura del valico di Rafah non è solo una questione logistica, ma ha anche profonde implicazioni umanitarie, poiché le famiglie degli ostaggi continuano a vivere nell’incertezza e nel dolore.

Dichiarazioni di Hamas e risposta internazionale

Hamas ha rilasciato dichiarazioni forti riguardo alla situazione, sottolineando che la chiusura del valico di Rafah non solo ostacola il recupero dei corpi, ma rappresenta anche un attacco diretto ai diritti umani delle persone coinvolte. Il gruppo ha chiesto alla comunità internazionale di intervenire e garantire l’apertura del valico per consentire l’ingresso delle attrezzature necessarie e facilitare le operazioni di recupero.

Le organizzazioni umanitarie, da parte loro, stanno monitorando attentamente la situazione e hanno espresso preoccupazione per le condizioni in cui si trovano le famiglie degli ostaggi. La mancanza di informazioni e l’incertezza riguardo al destino dei propri cari possono avere effetti devastanti sul benessere psicologico delle persone coinvolte. La comunità internazionale è chiamata a fare pressione affinché venga garantito il rispetto dei diritti umani e si faciliti l’accesso alle risorse necessarie per le operazioni di soccorso.

La situazione a Gaza rimane critica, con la chiusura del valico di Rafah che continua a influenzare negativamente le vite di molte persone, aggravando una crisi umanitaria già di per sé complessa. La speranza è che le autorità competenti possano trovare una soluzione per garantire l’accesso alle attrezzature necessarie e permettere il recupero dei corpi degli ostaggi, restituendo così dignità e pace alle famiglie coinvolte.

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