Hamas: “Gestiamo il controllo provvisorio di Gaza, non ci disarmiamo”

Marianna Perrone

Ottobre 18, 2025

Hamas ha espresso l’intenzione di mantenere il controllo della sicurezza a Gaza per un periodo ad interim, senza poter attualmente garantire un disarmo. La dichiarazione è stata rilasciata da Mohammed Nazzal, dirigente del movimento, in un’intervista pubblicata il 2 gennaio 2025 sul sito dell’agenzia Reuters. Secondo Nazzal, questa posizione mette in evidenza le difficoltà che gli Stati Uniti devono affrontare per porre fine al conflitto e i nodi critici che ostacolano il consolidamento di una pace duratura.

Intervista a Doha

Nazzal, membro del politburo di Hamas, ha rilasciato l’intervista a Doha, in Qatar, dove i leader del gruppo palestinese attualmente risiedono. Durante la conversazione, ha affermato che Hamas è disposto a considerare un cessate il fuoco della durata di cinque anni per facilitare la ricostruzione della Gaza devastata, a condizione che vengano forniti ai palestinesi “orizzonti e speranza” per la creazione di uno Stato sovrano.

Questioni sul disarmo

Quando gli è stato chiesto se Hamas fosse pronto a rinunciare alle armi, Nazzal ha risposto in modo evasivo, dichiarando: “Non posso rispondere con un sì o un no”. Ha aggiunto che la questione del disarmo dipende dalla natura del progetto proposto e ha sollevato interrogativi su chi avrebbe ricevuto le armi. Ha sottolineato che le discussioni future sui negoziati, comprese le questioni relative alle armi, non riguardano solo Hamas, ma coinvolgono anche altri gruppi armati palestinesi, richiedendo una posizione più unitaria tra i palestinesi.

Rilascio degli ostaggi

Hamas ha accettato, il 4 ottobre 2024, di rilasciare gli ostaggi e di affidare la gestione a un comitato di esperti, ma ha chiarito che esistono “altre questioni” che necessitano di essere affrontate all’interno di un contesto palestinese più ampio.

Esecuzioni nella Striscia di Gaza

Nella stessa intervista, Nazzal ha difeso le esecuzioni recenti effettuate da Hamas nella Striscia di Gaza, affermando che durante il conflitto ci sono sempre state “misure eccezionali” e che le persone giustiziate erano criminali accusati di omicidio. Infine, ha dichiarato che il gruppo non ha alcun interesse a trattenere i corpi degli ostaggi israeliani deceduti, confermando che ci sono difficoltà nel reperirli e che attori internazionali come la Turchia e gli Stati Uniti potrebbero contribuire alle ricerche, se necessario.

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