Pigozzi, il moderno Zelig e ‘padre’ dei selfie in I am curious Johnny

Egidio Luigi

Ottobre 17, 2025

Una cinquantina di amici, tra cui nomi illustri come Diane Von Furstenberg, Michael Douglas, Mick Jagger e Martha Stewart, hanno partecipato a un incontro virtuale via Zoom, dove Jean ‘Johnny’ Pigozzi ha condiviso la sua vita da milionario, spaziando tra diverse residenze e continenti. Il milionario ha raccontato anche dei dialoghi con le versioni in intelligenza artificiale di se stesso da bambino e con il padre, Enrico Teodoro Pigozzi, un magnate piemontese fondatore della casa automobilistica francese Simca.

Tematiche esplorate nel documentario

Queste tematiche sono state esplorate nel documentario “I am curious Johnny”, diretto da Julien Temple e presentato alla Festa del Cinema di Roma nel 2025. In questa occasione, il regista britannico, noto per opere come “La grande truffa del rock’n’roll” e “Absolute Beginners”, ha tenuto anche una masterclass, offrendo uno sguardo personale sulla vita di Pigozzi, un fotografo e collezionista di arte africana contemporanea, nonché un investitore e filantropo.

Il papà ufficioso dei selfie

Pigozzi è riconosciuto da molti come un ‘papà’ ufficioso dei selfie, avendo iniziato a scattare fotografie di sé stesso in bianco e nero con le celebrità già negli anni ’60. Questa passione ha portato alla creazione di migliaia di immagini, da cui sono nati diversi libri. Temple ha paragonato Pigozzi a Zelig, il personaggio del film di Woody Allen, sottolineando come ogni personaggio famoso sembri aver incrociato il suo cammino, nonostante molti non sappiano chi sia realmente. Il regista spera che il film possa far emergere la figura di Pigozzi, che merita di essere conosciuto.

La vita di Pigozzi

Nato in Francia nel 1952, Pigozzi ha trascorso parte della sua vita anche negli Stati Uniti, dove ha studiato ad Harvard e ha coltivato il sogno di affermarsi a Hollywood. La sua vita è stata caratterizzata da una presenza costante nel jet-set internazionale, dalla celebre discoteca Studio 54 di New York alla villa di famiglia sulla Costa Azzurra, frequentata da divi durante il Festival di Cannes. Pigozzi ha dichiarato: “Spero che il film sia divertente, ma non posso dire che mi abbia svelato aspetti straordinari su di me”. Nel documentario, affronta anche momenti dolorosi, come gli anni trascorsi in collegio in Francia e il complesso rapporto con i genitori. Tuttavia, ciò che emerge è il suo amore per la vita, il cinema, le donne, l’arte, la natura e i colori vivaci, insieme a qualche rimpianto e un presente caratterizzato da residenze imponenti ma vuote.

Descrizione del produttore

Il produttore Jeremy Thomas ha descritto Pigozzi come un uomo amabile, sottolineando che il film non è un’agiografia, ma piuttosto un’opera indipendente realizzata senza alcuna influenza diretta da parte del protagonista. Nonostante una miriade di aneddoti, Pigozzi ha scelto di non soffermarsi sui momenti più difficili della sua esistenza, affermando: “Il passato non può essere cambiato, e a me non interessa. Voglio solo concentrarmi sul futuro e sulle cose più interessanti e creative dell’umanità”.

Un episodio curioso a Roma

Attualmente residente a Roma da due anni, Pigozzi ha espresso il suo entusiasmo per la città, raccontando un episodio curioso avvenuto in banca: quando ha cercato di aprire un conto corrente, la funzionaria gli ha chiesto che lavoro facesse. La sua risposta, che includeva le sue attività di fotografo, investitore in aziende high-tech e collezionista, è stata interrotta dalla donna che ha commentato: “A Roma si dice ‘pensionato’. E Roma è un posto meraviglioso per godersi la pensione”.

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