Generazione Z: la scuola come sfida emotiva tra ansia e speranza per il futuro

Egidio Luigi

Ottobre 17, 2025

Gli adolescenti italiani, lontani dall’essere semplicemente etichettati come parte della “generazione social”, affrontano quotidianamente un conflitto silenzioso caratterizzato dalla paura di fallire, dal bisogno di essere riconosciuti nella loro complessità e dalla ricerca di spazi di speranza. Questa realtà è emersa chiaramente dall’indagine realizzata da Ipsos per l’Osservatorio Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo, presentata il 18 ottobre 2025 durante il panel “Emozioni: oltre Inside Out. Dare voce a ciò che sentono le nuove generazioni”, parte della terza edizione di “Parole a Scuola”. Questo evento, dedicato a insegnanti e genitori, è stato organizzato da Parole O_Stili, un’associazione attiva nella lotta contro la violenza verbale, sia online che offline, in collaborazione con l’Università Cattolica e l’Istituto Giuseppe Toniolo.

La ricerca e il campione coinvolto

La ricerca ha coinvolto un campione rappresentativo di 815 adolescenti italiani, di età compresa tra i 14 e i 19 anni, e ha fornito un quadro dettagliato del loro rapporto con l’empatia, la speranza e i valori morali, elementi fondamentali per lo sviluppo personale e la partecipazione consapevole alla vita sociale.

Le dichiarazioni degli esperti

“Dallo studio emerge con chiarezza che gli adolescenti non cercano protezione da ogni difficoltà, ma desiderano essere ascoltati e riconosciuti nella loro lotta quotidiana,” ha dichiarato Elena Marta, professoressa di Psicologia sociale e di Comunità all’Università Cattolica e membro del Comitato Scientifico dell’Osservatorio Giovani dell’Istituto Toniolo. “Dietro la fragilità si cela un forte desiderio di riscatto e di futuro. La speranza, sostenuta dalla capacità di immaginare percorsi alternativi e dalla motivazione interna, è la risorsa su cui dobbiamo lavorare per sviluppare interventi educativi efficaci a supporto dei nostri ragazzi”.

Rosy Russo, presidente e fondatrice di Parole O_Stili, ha aggiunto: “Questi dati non riguardano solo la generazione Z, ma anche noi adulti. Il nostro modo di guardarli, le parole che utilizziamo e la fiducia che trasmettiamo fanno la differenza. Spesso li percepiamo come fragili e disinteressati, ma in realtà nascondono un tesoro di sensibilità e voglia di costruire un futuro migliore. È nostro compito creare spazi in cui questo valore possa emergere.” Parole a Scuola si propone di essere un supporto per coloro che ogni giorno accompagnano i più giovani nel loro percorso di crescita.

Principali evidenze emerse dallo studio

Tra le evidenze più significative emerse dall’indagine, spicca il tema della speranza. Gli adolescenti italiani, nonostante il contesto sociale spesso scoraggiante, mostrano un buon livello di speranza attiva e motivazione interna. Secondo la teoria di Snyder, la speranza è una disposizione stabile che combina la capacità di immaginare vie alternative per raggiungere obiettivi (pathway) e la forza motivazionale necessaria per perseguirli (agency). I punteggi medi registrati sono rispettivamente di 3,61 per la dimensione pathway e 3,52 per agency su una scala da 1 a 5. I più giovani, tra i 14 e i 16 anni, risultano essere più ottimisti, con una media di 3,66, rispetto ai coetanei più grandi, che si attestano a 3,54. Non sono state riscontrate differenze significative tra i due sessi.

Il timore del fallimento tra gli adolescenti

Un altro aspetto rilevante è il timore del fallimento, particolarmente marcato tra le adolescenti. I punteggi medi oscillano tra 2,4 e 2,9 su una scala da 1 a 5, con la paura di provare vergogna e imbarazzo dopo un errore che si rivela la più alta. Le ragazze mostrano livelli di paura più elevati rispetto ai ragazzi, e i più grandi (17-19 anni) vivono il fallimento con maggiore intensità, soprattutto nel contesto scolastico, dove un insuccesso viene percepito come un giudizio sul proprio valore piuttosto che come un evento isolato.

Il linguaggio ostile e le sue conseguenze

Il linguaggio ostile emerge come una barriera emotiva significativa. Le parole possono influenzare profondamente l’autostima e l’identità degli adolescenti. Commenti negativi, voti umilianti e frasi offensive, sia online che offline, possono trasformarsi in micro-violenze quotidiane, lasciando segni duraturi. La scuola diventa un osservatorio privilegiato sul potere delle parole, dove un voto negativo può trasformarsi in un’etichetta. Questo porta a difficoltà nella gestione degli errori e, come meccanismo di difesa, a comportamenti di indifferenza o arroganza. Tuttavia, dietro questa facciata di disincanto, emerge una vulnerabilità profonda e un bisogno di linguaggi educativi capaci di riconoscere e valorizzare i giovani.

Benessere percepito e tipo di scuola

Un dato interessante riguarda il benessere percepito in relazione al tipo di scuola frequentata. Gli studenti dei licei sembrano vivere una pressione maggiore rispetto a quelli degli istituti tecnici o professionali, a causa delle aspettative più elevate e di una minore tolleranza verso le difficoltà personali.

Empatia e valori morali tra gli adolescenti

Infine, la ricerca ha evidenziato l’importanza dell’empatia e dei valori morali tra gli adolescenti. Contrariamente agli stereotipi, la generazione Z mostra buoni livelli di empatia e attenzione ai principi morali. I valori più sentiti includono “prendersi cura/non arrecare danno” (4,61 su 6), “giustizia” (4,58 su 6) e “purezza e integrità personale” (4,51 su 6). Le ragazze e i più giovani (14-16 anni) risultano i più sensibili a questi valori, con un livello di empatia più sviluppato.

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