Il presidente de facto del Venezuela, Nicolás Maduro, ha avviato esercitazioni militari negli stati di Táchira, Apure e Amazonas, aree situate al confine con la Colombia. Questa decisione è stata presa in un contesto di crescente tensione, mentre il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha rivelato di stare “considerando” la possibilità di attacchi terrestri contro i cartelli della droga operanti in Venezuela.
Esercitazioni militari e operazione indipendenza
Maduro ha comunicato, tramite un messaggio audio su Telegram, che “attiveremo l’intera forza militare di difesa globale, difesa popolare e difesa di polizia”. Ha specificato che questa mobilitazione avrà luogo oggi nell’ambito dell’Operazione Indipendenza 200, un’iniziativa volta a rafforzare la sicurezza nazionale. La scelta di attuare queste esercitazioni militari riflette una strategia difensiva in risposta alle pressioni esterne.
Accuse e tensioni geopolitiche
Le autorità di Washington accusano il governo di Maduro di dirigere una vasta rete di narcotraffico diretta verso gli Stati Uniti. Da parte sua, Caracas sostiene che gli Stati Uniti</strong stiano strumentalizzando il narcotraffico come pretesto per giustificare un cambio di regime e per accaparrarsi le ricchezze petrolifere del paese.
Militarizzazione e sovranità
Questa situazione di conflitto riflette le tensioni geopolitiche in corso nella regione, dove le relazioni tra Venezuela e Stati Uniti continuano a deteriorarsi. Le esercitazioni militari, programmate in un contesto di crescente militarizzazione, evidenziano la volontà di Maduro di mostrare forza e determinazione nel difendere la sovranità del Venezuela.