L’amore per Roma espresso attraverso gli acquerelli di Maria Barosso

Egidio Luigi

Ottobre 16, 2025

Dalla Basilica di Massenzio all’area sacra di Largo Argentina, i dipinti di Maria Barosso offrono una narrazione dettagliata e raffinata di momenti significativi della storia di Roma nei primi decenni del XX secolo. Questo periodo è caratterizzato da importanti trasformazioni urbanistiche, come la demolizione della collina Velia, che ha aperto la strada all’attuale via dei Fori Imperiali, e la sorprendente scoperta di quattro templi repubblicani e della Curia di Pompeo, emersi dalle macerie di Largo Argentina.

Il ruolo di Maria Barosso

Maria Barosso, pioniera nel suo campo, ha ricoperto il ruolo di prima donna funzionaria e unica disegnatrice presso la direzione generale Antichità e Belle Arti del Ministero della Pubblica Istruzione. Con grande attenzione ai dettagli, ha documentato la vita dei cantieri e le demolizioni, realizzando acquerelli che immortalano monumenti e scavi della Soprintendenza di Roma e del Lazio. Questi lavori non solo servivano da documenti di supporto per relazioni tecniche, ma rappresentavano anche un modo delicato e artistico di raccontare la città che Barosso iniziò ad apprezzare nel 1905.

Mostra di Maria Barosso

Attualmente, i suoi acquerelli, conservati nei depositi della Sovrintendenza Capitolina, sono in mostra nella rassegna ‘Maria Barosso, artista e archeologa nella Roma in trasformazione’, che si tiene alla Centrale Montemartini. L’esposizione, aperta dal 17 ottobre 2025 al 22 febbraio 2026, rappresenta la prima rassegna monografica dedicata a questa artista e archeologa torinese, nata nel 1879. La mostra comprende circa 100 opere di Barosso, presentate insieme a stampe, disegni e lettere, creando un dialogo con lavori di altri artisti coevi, fotografie, documenti e manufatti storici. Un totale di 137 opere, alcune delle quali mai esposte prima, come le rappresentazioni del Compitum Acilium, un piccolo santuario dedicato ai Lari, rivelano una Roma in rapida evoluzione nei primi anni del Novecento.

Il contributo di Ilaria Miarelli Mariani

“L’idea della mostra è emersa da un nucleo di 80 acquerelli dell’artista, a cui si sono aggiunte ulteriori opere”, ha dichiarato Ilaria Miarelli Mariani, direttrice dei Musei Civici di Roma. Questa esposizione non solo racconta le trasformazioni della capitale, ma celebra anche la figura di una vera pioniera nella tutela dei beni culturali, che ha partecipato attivamente ai grandi cantieri e alle demolizioni, illustrandoli con uno stile elegante e personale.

Il percorso espositivo

La rassegna mette in risalto il prezioso contributo storico-documentario di Maria Barosso attraverso le sue opere più significative, tracciando il suo rapporto con la città e con figure e istituzioni di rilevanza nazionale e internazionale. Nella prima sala, il visitatore può seguire le tappe della vita personale e professionale dell’artista, mentre altre sezioni presentano riproduzioni di affreschi e mosaici di varie chiese romane e incisioni per committenti privati. Il percorso espositivo si conclude con un gruppo di dipinti di artisti contemporanei, come Mario Mafai, Eva Quagliotto e Tina Tomasini, che, come Barosso, hanno saputo catturare le tensioni di una città in bilico tra passato e modernità.

Origine delle opere esposte

Il nucleo di opere esposte proviene dai depositi della Sovrintendenza Capitolina, in particolare dal Museo di Roma a Palazzo Braschi. A queste si affiancano dipinti da collezioni private e altre prestigiose istituzioni, tra cui l’Archivio Storico del Museo Nazionale Romano presso Palazzo Altemps, il Parco Archeologico del Colosseo, il Vicariato di Roma e la Fondazione Camillo Caetani.

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