La prima rappresentazione della stagione 2025 dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia si preannuncia come un evento storico. Il 23 ottobre, l’Auditorium Parco della Musica di Roma ospiterà Die Walküre (La Valchiria), un’opera di Richard Wagner che torna a risuonare nella capitale dopo un’assenza di 64 anni. Questo debutto segna anche il primo incontro tra il direttore d’orchestra Daniel Harding e la celebre tetralogia wagneriana, un momento atteso da molti appassionati di musica classica.
Il concerto inaugurale
Il concerto inaugurale, presentato il 22 ottobre alla stampa e ai sostenitori presso Villa Massimo, sede dell’Accademia Tedesca, ha visto la partecipazione del sovrintendente Massimo Biscardi e dei protagonisti dello spettacolo. Questo evento non è solo un inizio, ma segna l’avvio di un progetto ambizioso che prevede l’esecuzione dell’intero ciclo del Ring des Nibelungen. La programmazione prevede Siegfried per la stagione 2026/2027 e Götterdämmerung (Il crepuscolo degli dèi) per il 2027/2028, mentre l’esecuzione de L’Oro del Reno, il prologo delle tre giornate, è prevista per il 2028. L’ultima volta che il Ring completo è stato eseguito in forma di concerto a Santa Cecilia risale agli anni 1988-1991, sotto la direzione di Giuseppe Sinopoli. L’ultima esecuzione di uno dei titoli della tetralogia è stata nel 2013, con il giovane direttore Kirill Petrenko.
Il cast e la regia
Sul palcoscenico si esibiranno alcuni dei più rinomati interpreti del repertorio wagneriano. Tra questi, Michael Volle, che ha già interpretato il ruolo di Wotan alla Semperoper di Dresda, e Miina-Liisa Värelä, nota ospite del Festival di Bayreuth. Completano il cast Vida Miknevičiūtė e Jamez McCorkle. La regia è affidata a Vincent Huguet, il quale ha sapientemente unito i miti nordici di Wagner ai fasti dell’antica Roma.
Le ispirazioni di Wagner
Huguet ha spiegato che Wagner trae ispirazione da diverse fonti, tra cui la tragedia greca e la cultura mediterranea. Il libretto dell’opera racconta l’ascesa e la caduta del potere di Wotan, e Roma, con la sua storia di capitale di vari imperi, offre un contesto unico. La figura dei gemelli Sieglinde e Siegmund, definiti “figli del lupo”, richiama il mito di Romolo e Remo. Huguet ha sottolineato l’attualità della riflessione di Wotan sul potere e la corruzione, un tema che risuona fortemente nel contesto contemporaneo.
La scenografia e i costumi
La scenografia, realizzata dall’interior designer Pierre Yovanovich, trasformerà la Sala Santa Cecilia in un palcoscenico imperiale, con elementi che richiamano un’architettura senza tempo. Harding ha descritto il risultato come un “miracolo”, evidenziando come la disposizione dei posti in sala contribuisca a creare un’atmosfera unica. I costumi, progettati da Edoardo Russo in collaborazione con la sartoria Tirelli Trappetti Costumi, insieme al lavoro del light designer Christophe Forey, completano la visione artistica dell’opera.
La sfida di Daniel Harding
Per Daniel Harding, affrontare un’opera così monumentale come il Ring rappresenta una sfida significativa, ma anche un’opportunità straordinaria. Il direttore musicale dell’Orchestra e del Coro di Santa Cecilia ha condiviso le difficoltà iniziali legate alla comprensione della complessità dell’opera, ma ha anche espresso entusiasmo per il progresso fatto durante le prove. Harding ha sottolineato l’importanza della pazienza e della flessibilità dell’orchestra, che ha dimostrato un notevole istinto musicale e drammatico. La preparazione per questo progetto non è solo un lavoro impegnativo, ma un’opportunità per arricchire il repertorio dell’orchestra, creando nuove sonorità da esplorare in futuro.