La Grecia approva la giornata lavorativa di 13 ore, i sindacati protestano: “È schiavitù”

Egidio Luigi

Ottobre 16, 2025

Il Parlamento della Grecia si prepara a discutere e votare un disegno di legge controverso che prevede, sotto specifiche condizioni, una giornata lavorativa di 13 ore. Questa iniziativa, sostenuta dal governo conservatore di Nea Dimokratia, è presentata come una riforma che favorisce il “lavoro giusto e flessibile per tutti”. Tuttavia, i sindacati greci la definiscono una misura che legittima “la schiavitù retribuita“.

Dettagli sul disegno di legge

Il disegno di legge, promosso dal ministro del Lavoro Niki Kerameos, stabilisce che i lavoratori del settore privato potranno essere impiegati dallo stesso datore di lavoro per un massimo di 13 ore al giorno. Questo superamento dell’orario standard di 8 ore sarà consentito per non più di 37 giorni all’anno e avverrà su base volontaria. Per incentivare questa opzione, il lavoro straordinario sarà retribuito con un incremento del 40% rispetto alla normale paga.

Legislazione esistente

Attualmente, esiste già una legislazione, approvata dai conservatori due anni fa, che consente ai lavoratori di essere impiegati per 13 ore al giorno, ma solo se coinvolti con due datori di lavoro distinti. La nuova proposta, quindi, rappresenterebbe un ampliamento significativo di questa possibilità, portando a un cambiamento radicale nel panorama lavorativo greco.

Preoccupazioni e opposizioni

Il dibattito su questo disegno di legge ha sollevato preoccupazioni tra i sindacati, che sostengono che l’aumento delle ore lavorative minaccia i diritti dei lavoratori e potrebbe portare a un aumento dello sfruttamento. La questione è diventata un tema centrale nel dibattito politico greco, con manifestazioni e proteste già programmate in diverse città per opporsi a questa riforma.

Situazione attuale e reazioni

Con la votazione che si avvicina, il governo si trova a fronteggiare una crescente opposizione, mentre i sostenitori della riforma affermano che essa rappresenta un passo necessario verso un mercato del lavoro più flessibile e competitivo. La situazione resta tesa e le reazioni delle diverse parti coinvolte continueranno a influenzare il dibattito pubblico nei prossimi giorni.

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