Gaza, Trump avverte: “Israele può attaccare se l’accordo non è rispettato” | Hamas: “Restituiti tutti i corpi recuperati”

Marianna Perrone

Ottobre 16, 2025

Il valico di Rafah, situato tra Gaza e il Sinai egiziano, è rimasto chiuso per la seconda giornata consecutiva, contrariamente a quanto previsto dall’accordo di cessate il fuoco in Medioriente. Questa decisione è stata presa dalle autorità israeliane, le quali hanno accusato Hamas di non aver rispettato l’impegno di restituire i corpi di tutti gli ostaggi deceduti nella Striscia.

Il 16 ottobre 2025, Donald Trump ha comunicato di aver valutato la possibilità di consentire a Benjamin Netanyahu di riprendere le operazioni militari a Gaza, nel caso in cui Hamas non adempisse ai suoi obblighi. I miliziani di Hamas hanno risposto affermando: “Rispettiamo l’accordo, abbiamo restituito tutti i corpi che siamo riusciti a recuperare e stiamo facendo il possibile per recuperare i restanti”.

Nel frattempo, l’Italia si sta preparando a inviare a Gaza un ospedale da campo e casette prefabbricate per accogliere le famiglie sfollate. Queste misure sono parte di un più ampio sforzo umanitario volto a supportare la popolazione colpita dal conflitto.

Identificazione dei corpi degli ostaggi

Il 15 ottobre 2025, è stata confermata l’identificazione delle salme di due ostaggi restituiti da Hamas. Sebbene il gruppo militante abbia restituito otto corpi, le autorità israeliane hanno fatto sapere che i test del DNA hanno rivelato che uno di essi non apparteneva a un ostaggio. Con i due corpi restituiti in serata, il totale dei cadaveri restituiti è salito a nove, mentre rimangono ancora diciannove corpi a Gaza. Questo significa che Hamas non è riuscita a recuperare quasi due terzi degli ostaggi deceduti.

Formazione della forza di stabilizzazione

Il 15 ottobre 2025, un alto consigliere statunitense ha dichiarato in una conferenza stampa che “la forza di stabilizzazione sta iniziando a essere costituita”. Diverse nazioni, tra cui l’Indonesia, hanno manifestato interesse a partecipare a questa iniziativa. Sono in corso anche trattative con Egitto e Qatar per definire i dettagli della partecipazione internazionale a questa forza di stabilizzazione.

Queste dichiarazioni giungono in un momento critico, in cui la situazione a Gaza continua a destare preoccupazione. La comunità internazionale sta monitorando attentamente gli sviluppi, con l’auspicio di una risoluzione pacifica e duratura del conflitto.

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