Accessori e identità sociale: una mostra esplora il loro significato

Marianna Perrone

Ottobre 16, 2025

L’arte della moda e il suo legame con l’identità sociale sono al centro della mostra “Complementi di moda tra uso quotidiano e identità sociale 1830-1930”, che si terrà presso la Pinacoteca cantonale Giovanni Züst a Rancate/Mendrisio, Svizzera. L’esposizione, curata da Elisabetta Chiodini e Mariangela Agliati Ruggia, aprirà i battenti il 19 ottobre 2025 e rimarrà visitabile fino al 22 febbraio 2026. La conferenza stampa di presentazione si svolgerà il 16 ottobre.

Il ruolo degli accessori nella moda

Gli accessori, da sempre considerati elementi fondamentali per completare l’abbigliamento, non sono semplici oggetti d’uso, ma rappresentano anche simboli di status e appartenenza sociale. Cappelli, borse, scarpe, guanti, bastoni, ombrelli, fazzoletti e ventagli sono solo alcuni dei complementi che, nel corso dei secoli, hanno accompagnato la vita quotidiana di uomini e donne. La mostra esplora come questi oggetti, pur essendo spesso associati al lusso e al potere, riflettano anche l’unicità dei loro possessori. L’esposizione si propone di illustrare l’evoluzione di questi accessori attraverso la loro rappresentazione nelle opere d’arte dell’epoca, evidenziando il cambiamento dei gusti e delle tendenze nel periodo che va dagli anni ’30 dell’Ottocento ai primi decenni del Novecento.

Un viaggio attraverso il tempo

Il periodo esaminato dalla mostra coincide con quello definito il “secolo della borghesia“, un’epoca in cui i gusti e le mode si evolvevano rapidamente. Alcuni accessori, un tempo considerati indispensabili, hanno perso parte del loro fascino. Il cappello, ad esempio, che fino a poco tempo fa era un accessorio fondamentale, è oggi indossato con minor frequenza. Al contrario, altri oggetti, come le scarpe e le borse, sono diventati oggetti di desiderio solo negli ultimi cento anni. Attraverso un percorso espositivo che include oltre 200 oggetti, i visitatori potranno ammirare una sessantina di dipinti e sculture provenienti da collezioni pubbliche e private, opere di artisti noti come Giacomo Balla, Giovanni Boldini e Telemaco Signorini.

Focus sulla produzione artigianale

Un aspetto interessante della mostra è l’analisi della produzione e commercializzazione di alcuni accessori. In collaborazione con il Centro di dialettologia e di etnografia dello Stato e il Museo Onsernonese di Loco, l’esposizione dedica un’attenzione particolare alla lavorazione di cappelli, cestini e borse di paglia, tipica della Val Onsernone. Questi manufatti venivano esportati non solo nei mercati lombardi e piemontesi, ma anche in Germania e Francia. La mostra si conclude con un omaggio alla stilista luganese Elsa Barberis, il cui lavoro dagli anni Quaranta segna l’inizio di una nuova era nella moda e negli accessori.

Questa esposizione rappresenta un’importante occasione per riflettere sull’evoluzione della moda e sul suo impatto nell’ambito sociale, offrendo uno spaccato affascinante di un periodo ricco di cambiamenti e innovazioni.

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