Salvador Dalì, figura di spicco del surrealismo, ha sempre nutrito una profonda ammirazione per i grandi maestri del Rinascimento e del Seicento, da Raffaello a Velazquez e Vermeer. La sua fascinazione per Picasso, pur accompagnata da un certo spirito di competizione, ha influenzato notevolmente la sua opera. Queste influenze sono al centro della mostra “Dalì. Rivoluzione e Tradizione“, che si inaugurerà il 17 ottobre 2025 presso Palazzo Cipolla – Museo del Corso a Roma.
Le opere in esposizione
L’esposizione presenta oltre sessanta opere, tra dipinti, disegni e documenti, arricchiti da materiali audiovisivi che ricreano l’universo artistico di Dalì, nato nel 1904 a Figueres. L’iniziativa è promossa dalla Fondazione Roma in collaborazione con la Fundació Gala-Salvador Dalì e con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna. La mostra sarà visitabile fino al 1 febbraio 2026. Le opere in mostra provengono dalla Fondazione Gala-Salvador Dalì, istituita dall’artista stesso e attiva nel preservare e valorizzare il suo patrimonio artistico. Questo progetto include opere raramente esposte, provenienti anche da prestigiosi musei internazionali e italiani, come il Museu Picasso di Barcellona e le Gallerie degli Uffizi di Firenze, che hanno concesso in prestito l’autoritratto di Raffaello Sanzio. Dalì, grande ammiratore del maestro rinascimentale, ha sempre espresso il desiderio di vivere nel ‘500, un’epoca che considerava più brillante rispetto alla sua contemporaneità, che definiva “all’insegna della mediocrità”.
Struttura della mostra
La mostra è articolata in diverse sezioni, ognuna delle quali esplora l’ammirazione di Dalì per i maestri del passato e per Picasso. Un aneddoto significativo del 1926, raccontato dalla direttrice dei Musei Dalì, Montse Aguer, mette in luce il rapporto tra Dalì e Picasso. In quell’occasione, Dalì si recò nello studio di Picasso a Parigi, dichiarando di essere andato prima da lui che al Louvre, e Picasso rispose che era “come era giusto che fosse”. Inoltre, Dalì si dichiarava “ossessionato” da Velazquez, e la mostra presenta i suoi tributi a “Las Meninas“, insieme a versioni tradizionali e surrealiste che omaggiano la Merlettaia di Vermeer. Accanto all’autoritratto di Raffaello, sarà esposto “Autoritratto con il collo di Raffaello“, realizzato da Dalì intorno al 1921.
Impatto e significato della mostra
Franco Parasassi, presidente della Fondazione Roma, ha sottolineato l’importanza dell’arrivo dell’universo creativo di Dalì a Palazzo Cipolla, considerandolo un ulteriore passo nel percorso dedicato ai grandi protagonisti dell’arte mondiale e al dialogo tra innovazione e tradizione. Il Museo del Corso, inaugurato di recente, ha già accolto oltre 220.000 visitatori, dimostrando il suo impegno nel creare uno spazio aperto e inclusivo che unisce il territorio alla bellezza e all’arte.
La direzione scientifica della mostra è affidata a Montse Aguer, con la curatela di Carme Ruiz González e Lucia Moni. Jordi Mercader, presidente della Fundació Gala-Salvador Dalì, ha invitato il pubblico italiano e internazionale a riscoprire la forza creativa di Dalì, un artista che ha saputo sfidare i confini dell’arte e del pensiero. In merito al recente sequestro di 21 dipinti attribuiti a Dalì, Mercader ha affermato che la Fondazione lavora con serietà e impegno per la catalogazione e la tutela dell’opera dell’artista, collaborando con le autorità e le società di protezione dei diritti per garantire la sicurezza del mercato dell’arte.