Sicurezza: il New York Times, il Washington Post e la Cnn contestano il Pentagono sull’ultimatum di Hegseth

Egidio Luigi

Ottobre 14, 2025

Le principali testate giornalistiche statunitensi, tra cui New York Times, Washington Post, CNN, Atlantic e The Guardian, hanno manifestato una netta opposizione alle nuove restrizioni imposte dal Dipartimento della Difesa riguardanti la copertura delle attività militari. Queste misure, promosse da Pete Hegseth, un importante esponente dell’amministrazione e figura chiave nella nuova strategia comunicativa del Pentagono, entreranno in vigore domani, 15 marzo 2025. Le disposizioni prevedono limiti severi all’accesso e alla diffusione di informazioni che non siano state preventivamente autorizzate.

Direttive e conseguenze per i giornalisti

Secondo le nuove direttive, i giornalisti che non accetteranno di conformarsi alle linee guida entro le ore 17 di domani (23:00 ora italiana) saranno costretti a restituire i propri badge stampa e a lasciare la sede del Dipartimento della Difesa entro le successive 24 ore. Le regole stabilite vietano espressamente la raccolta e la richiesta di notizie non approvate in anticipo, suscitando notevoli preoccupazioni tra i professionisti dell’informazione.

Libertà di stampa e preoccupazioni

Questa situazione ha sollevato un ampio dibattito sulla libertà di stampa e sull’importanza di garantire un’informazione trasparente, soprattutto in un contesto di crescente tensione geopolitica. I rappresentanti delle testate hanno espresso timori riguardo alla possibilità che tali restrizioni possano compromettere la qualità e l’affidabilità delle notizie riguardanti le operazioni militari statunitensi. La questione è particolarmente delicata, considerando il ruolo cruciale che la stampa svolge nel monitorare e informare il pubblico sulle attività governative e militari.

Reazioni e valutazioni future

Le nuove misure sono state accolte con scetticismo anche da esperti di comunicazione e diritti civili, i quali avvertono che tali limitazioni potrebbero avere ripercussioni negative sulla democrazia e sul diritto dei cittadini ad essere informati. Le testate giornalistiche stanno valutando le prossime mosse per contrastare queste restrizioni e mantenere un’informazione libera e indipendente.

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