Kiev, attacco di Mosca a un convoglio di aiuti dell’Onu in Ucraina

Egidio Luigi

Ottobre 14, 2025

La notte del 7 gennaio 2025, le forze armate russe hanno attaccato un convoglio di aiuti delle Nazioni Unite nel sud dell’Ucraina, come riportato dalle autorità ucraine. Fortunatamente, non si registrano vittime in seguito all’incidente.

Attacchi alle infrastrutture energetiche in Ucraina centrale

Nella stessa notte, le forze russe hanno lanciato attacchi mirati contro le infrastrutture energetiche nelle località di Dolynske e Nova Praha, situate nella regione di Kirovohrad, nell’Ucraina centrale. Andrii Raikovych, governatore dell’oblast di Kirovohrad, ha fornito aggiornamenti tramite Telegram, come riportato dall’agenzia Ukrinform. “Dai dati preliminari, non ci sono stati feriti. Alcuni edifici hanno subito danni e cinque insediamenti sono rimasti senza elettricità. Gli incendi che si sono sviluppati sono stati prontamente estinti”, ha dichiarato Raikovych. Il servizio di emergenza statale ha confermato che tutte le fiamme sono state domate, con l’impiego di 34 soccorritori e sette unità di attrezzature dell’unità di emergenza della regione di Kirovohrad, supportati da un corpo dei vigili del fuoco locale.

Procedimenti penali contro oppositori russi

In un contesto di crescente repressione, il 7 gennaio 2025, il servizio di intelligence interna russo, FSB, ha avviato un procedimento penale contro diversi noti oppositori politici russi in esilio. Tra questi figura l’oligarca Mikhail Khodorkovsky, accusato di aver tentato di “impossessarsi con la violenza del potere” e di aver organizzato un “gruppo terroristico”. Questa notizia è stata confermata dall’agenzia Tass. Khodorkovsky, che vive in esilio dal 2013 dopo aver scontato dieci anni di carcere in Russia per frode fiscale e altri crimini, è affiancato da vari membri del Comitato contro la guerra, fondato nel 2022. Tra gli accusati ci sono l’ex primo ministro Mikhail Kasyanov, l’attivista Vladimir Kara-Murza e il campione di scacchi Garry Kasparov.

Khodorkovsky, 62 anni, è stato uno degli oligarchi più influenti durante gli anni ’90, accumulando enormi fortune dopo la caduta dell’Unione Sovietica e prendendo il controllo della compagnia petrolifera Jukos. Nel 2003, era considerato l’uomo più ricco della Russia. La sua detenzione e condanna sono state il risultato del suo tentativo di opporsi a Vladimir Putin, il quale, dopo essere salito al potere nel 2000, ha avviato una strategia di esclusione dei grandi oligarchi dalla sfera politica.

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