Gli operai sono attivi a Sharm el-Sheikh, impegnati nella ridipintura della segnaletica stradale che collega l’aeroporto alla zona dei resort. Intanto, decine di agenti di polizia vigilano sull’International Conference Center, dove domani, 15 marzo 2025, si svolgerà un incontro di grande rilevanza. Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e circa venti leader mondiali si riuniranno per celebrare un accordo di pace per Gaza. Nonostante la vigilia sia stata segnata dalla tragica morte di tre diplomatici del Qatar in un incidente stradale, Sharm el-Sheikh si sta preparando con calma a questo momento storico per il Medio Oriente.
Il contesto storico del vertice
Un’imponente installazione lungo la strada ricorda il vertice degli “Architetti della pace”, tenutosi nella stessa località il 13 marzo 1996. In quell’occasione, il presidente americano Bill Clinton e il presidente egiziano Hosni Mubarak presero parte a un summit senza precedenti, volto a promuovere la pace arabo-israeliana e a isolare Hamas. Questo incontro era aperto a tutti i soggetti interessati alla pace in Medio Oriente. La scelta di Sharm el-Sheikh, una città simbolica sulla Penisola del Sinai, non è casuale; essa fu restituita da Israele all’Egitto nel 1979 in seguito agli Accordi di Camp David, il primo importante trattato di pace nella regione. Oggi, quasi trent’anni dopo quel summit, Sharm el-Sheikh ha nuovamente assunto un ruolo cruciale, ospitando diplomatici di vari Paesi per negoziati che hanno portato all’accordo di pace che sarà celebrato domani.
Dettagli della cerimonia
La cerimonia di apertura è prevista per le 14:30 ora locale (le 13:30 in Italia) all’interno dell’International Conference Center, un’area di 30.000 metri quadrati già sede della Cop27 nel 2022. Sebbene il programma dettagliato non sia stato ancora reso noto, è stato svelato il logo dell’evento, che presenta due ramoscelli di ulivo attorno alla scritta “Summit di pace di Sharm el-Sheikh, accordo per terminare la guerra a Gaza“. Il presidente egiziano ha descritto la sua nazione come “una terra di pace, una culla di dialogo e riconciliazione” e ha evidenziato come Sharm el-Sheikh sia diventata “un’oasi di sicurezza nel cuore del mondo”. L’atmosfera è carica di aspettative, mentre il mondo guarda a questo importante incontro, sperando in sviluppi positivi per la regione.