La situazione legata alla guerra in Ucraina continua a evolversi, giungendo al giorno 1.324 del conflitto. Recenti sviluppi hanno messo in discussione l’intesa tra Donald Trump e Vladimir Putin, già segnata da un vertice tenutosi a Ferragosto in Alaska, dove il presidente americano aveva accolto il leader russo con applausi. Il viceministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, ha dichiarato che il “forte slancio di Anchorage per un accordo si è in gran parte esaurito”, attribuendo la responsabilità alle “azioni distruttive” dei Paesi europei.
Dichiarazioni di Ryabkov e sviluppo della situazione
La dichiarazione di Ryabkov arriva in un momento cruciale, mentre a Washington si discute la possibilità di inviare all’Ucraina i missili da crociera Tomahawk. Questi armamenti, con un raggio d’azione di 2.500 chilometri, potrebbero colpire obiettivi strategici in Russia, inclusi Mosca e San Pietroburgo. Ryabkov ha avvertito che “l’uso ipotetico di tali sistemi d’arma è possibile solo con il coinvolgimento diretto di personale americano”, sottolineando la gravità delle conseguenze che una tale decisione potrebbe comportare.
Offensiva ucraina e impatti delle sanzioni
Nel frattempo, il presidente ucraino Zelensky ha reso noto che le forze russe hanno ricevuto l’ordine di attaccare con determinazione le posizioni ucraine nella direzione di Pokrovsk, situata nel Donetsk e nel Donbass. Questa offensiva ha portato a un notevole incremento delle perdite tra le truppe russe. Da parte sua, l’intelligence ucraina ha comunicato che le sanzioni internazionali imposte su Mosca stanno causando un crollo delle compagnie aeree russe, le quali potrebbero perdere centinaia di velivoli entro il 2030.
Situazione tesa e complessa
Questi eventi evidenziano come la situazione rimanga tesa e complessa, con implicazioni significative sia sul piano militare che economico per la Russia e l’Ucraina.