L’autunno a Roma si apre con una nuova serie di occupazioni scolastiche. Il Liceo Classico Augusto, situato al Celio, ha chiuso i battenti alle lezioni il 7 ottobre 2025, a causa dell’occupazione avviata da circa un centinaio di studenti. In questo contesto, è emersa l’iniziativa denominata controcorrente: una petizione intitolata «La scuola si vive, non si occupa», pubblicata su Change.org, ha già raccolto centinaia di firme in meno di 24 ore da parte di coloro che si oppongono all’occupazione, lanciando un chiaro messaggio a presidi, Comune e Regione.
Il testo della petizione
Il testo della petizione sottolinea che “la scuola appartiene a tutti: a chi desidera manifestare, ma anche e soprattutto a chi intende continuare a studiare, imparare e vivere l’istituzione scolastica in modo sereno e rispettoso”. Questo appello evidenzia le preoccupazioni di molti, che lamentano la perdita di ore di lezione, l’annullamento delle gite e la compromissione del rapporto di fiducia tra docenti e studenti. La petizione chiede quindi la riapertura della scuola, il ripristino delle normali lezioni e l’istituzione di un canale di comunicazione tra insegnanti, alunni e genitori, affinché tutti possano esprimere le proprie opinioni.
Il fenomeno delle occupazioni
Il fenomeno delle occupazioni, fortemente legato alle proteste pro-Pal, secondo i firmatari della petizione, rischia di generare una divisione tra gli studenti stessi: da un lato ci sono coloro che desiderano continuare a studiare in aula, dall’altro coloro che vedono l’edificio scolastico come una piattaforma per le proprie posizioni politiche. La situazione si fa sempre più complessa, con un dialogo che appare necessario per trovare un equilibrio tra le diverse esigenze e visioni all’interno della comunità scolastica.