“Esprimo grande orgoglio nell’annunciare che Israele e Hamas hanno raggiunto un accordo preliminare per la pace. Questo comporta il rilascio imminente di tutti gli ostaggi e il ritiro delle truppe israeliane secondo una linea concordata, segnando il primo passo verso una pace stabile e duratura”. Queste le parole di Donald Trump, pubblicate su Truth.
“Tutte le parti coinvolte saranno trattate con equità! Questo rappresenta un giorno significativo per il mondo arabo e musulmano, per Israele, per le nazioni confinanti e per gli Stati Uniti. Un grazie particolare ai mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, che hanno collaborato affinché questo evento storico diventasse realtà. Benedetti siano gli operatori di pace!”.
Il protocollo per il rilascio di tutti gli ostaggi e la cessazione delle ostilità a Gaza verrà firmato giovedì alle 12 (le 11 in Italia), secondo quanto riportato dalle emittenti israeliane.
“Un giorno memorabile per Israele. Domani convocherò il governo per approvare l’accordo e riportare a casa i nostri cari ostaggi. Desidero esprimere la mia profonda gratitudine al Presidente Trump e al suo team per il loro impegno in questa sacra missione di liberazione. Ringrazio i valorosi soldati dell’IDF e tutte le forze di sicurezza: è grazie al loro coraggio e sacrificio che siamo giunti a questo giorno. Con l’aiuto di Dio, insieme continueremo a perseguire i nostri obiettivi e a promuovere la pace con i nostri vicini”. Queste le dichiarazioni di Benjamin Netanyahu, come riportato dal suo ufficio.
Hamas ha annunciato di aver raggiunto un accordo che pone fine alla guerra a Gaza, prevede il ritiro dell’IDF, l’ingresso di aiuti umanitari e uno scambio di prigionieri, frutto di negoziati seri e responsabili condotti con altre fazioni. “Apprezziamo profondamente gli sforzi dei mediatori di Qatar, Egitto e Turchia, così come il supporto del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra e garantire il completo ritiro dalla Striscia di Gaza“.
L’ufficio di Netanyahu ha comunicato che il premier israeliano ha avuto una conversazione calorosa con il presidente Trump. “I due leader si sono congratulati per il risultato storico raggiunto con la firma dell’accordo per la liberazione di tutti gli ostaggi. Netanyahu ha ringraziato Trump per il suo impegno e la sua leadership globale, mentre il presidente ha lodato il premier per la sua determinazione e le azioni intraprese”. “Netanyahu ha invitato Trump a tenere un discorso davanti alla Knesset“.
Dettagli dell’accordo di pace
Fonti di Hamas hanno comunicato al quotidiano al-Mayadeen, legato a Hezbollah, che il movimento palestinese ha accettato un accordo di cessate il fuoco a Gaza, che verrà ufficialmente firmato giovedì in Egitto. Questa notizia è stata confermata anche dal Times of Israel.
Funzionari israeliani, citati da Haaretz, hanno confermato che l’accordo di cessate il fuoco a Gaza verrà firmato nelle prossime ore. “Le trattative sono a buon punto. Le mappe del ritiro sono state aggiornate e Israele si ritirerà dalla maggior parte delle città, ad eccezione di Rafah“, ha dichiarato una fonte. Secondo la stessa fonte, le forze israeliane si ritireranno completamente da Gaza City. “La questione centrale riguarda i detenuti palestinesi coinvolti negli attacchi del 7 ottobre”, ha aggiunto, senza confermare la possibile liberazione di Marwan Barghouti tra i prigionieri.
Marco Rubio ha passato un biglietto al presidente degli Stati Uniti, chiedendo a Donald Trump di approvare il post su Truth Social riguardante l’accordo a Gaza “così potrai annunciare l’accordo per primo”. Il presidente ha risposto affermativamente e ha chiuso la tavola rotonda.
Le famiglie degli ostaggi trattenuti a Gaza attendono con trepidazione il post di Donald Trump sui social media, in cui annuncerà l’accordo per porre fine alla guerra tra Israele e Hamas. “È impossibile respirare”, ha twittato Yotam Cohen, fratello del soldato rapito Nimrod Cohen. Ditza Or, madre del prigioniero Avinatan Or, ha condiviso una citazione dal Libro di Isaia sull'”annuncio della pace”. Lo ha riportato il Times of Israel.
I negoziatori in Egitto si abbracciano in attesa del post di Trump su Truth, che annuncerà la fine della guerra a Gaza, come riferito dal corrispondente di Axios, Barak Ravid, attraverso un’immagine dei negoziatori.
I negoziati in corso
Con l’arrivo a Sharm el Sheikh dei due inviati del presidente Usa, il caponegoziatore israeliano e il primo ministro del Qatar, insieme al capo dell’intelligence turca, i negoziati per l’accordo di pace a Gaza e la liberazione di tutti gli ostaggi sono entrati nella fase operativa.
Le dichiarazioni dei media arabi sono positive, mentre quelle israeliane si mostrano più caute ma comunque ottimiste. Il canale Channel 12 ha riferito che i mediatori del Qatar sono fiduciosi di poter raggiungere un accordo entro venerdì, con l’obiettivo di annunciare l’accordo questa settimana e iniziare a liberare gli ostaggi la settimana successiva. Trump ha comunicato che potrebbe recarsi in Medio Oriente domenica, assicurando che i negoziati “stanno procedendo bene” e che “l’accordo è vicino”.
Secondo un funzionario della Casa Bianca, “ci sono buoni progressi nei colloqui e un accordo potrebbe essere raggiunto entro pochi giorni”. Il ministro degli Esteri turco ha dichiarato che un cessate il fuoco potrebbe essere annunciato già mercoledì sera, ma i funzionari israeliani esprimono scetticismo riguardo a questa tempistica.
Nulla è ancora certo. Dopo il primo round di colloqui, si entra nella fase delicata, a partire dallo scambio degli ostaggi e dei prigionieri israeliani detenuti. Le parti hanno scambiato le liste. Quella di Hamas, che richiede più di 250 ergastolani, include nomi come Barghouti e Saadat, considerati una ‘linea rossa’ per Israele. Netanyahu, secondo i media, sarebbe intenzionato a porre un veto. Hamas avverte: “il destino di Barghouti è centrale in questi colloqui”, ha dichiarato una fonte vicina alla questione al Times of Israel.
Rimane anche da risolvere la questione del rilascio dei rapiti, in particolare quelli che non sono più in vita, per i quali la fazione palestinese ha annunciato che ci vorrà tempo per rintracciarli.
Dopo il raggiungimento della tregua e il rilascio dei rapiti, resta da affrontare il tema del disarmo e del ritiro dell’IDF, su cui Doha ha chiesto garanzie precise.
I mediatori rimangono ottimisti e il presidente egiziano Sisi ha invitato Trump al Cairo per la cerimonia di firma dell’accordo tra Israele e Hamas, qualora venga siglato. “I colloqui a Sharm stanno procedendo positivamente. Invito il presidente statunitense a partecipare alla firma dell’accordo di cessate il fuoco se verrà raggiunto. Sarebbe meraviglioso averlo qui”. Nel frattempo, il sito Ynet ha rivelato che le autorità di Gerusalemme si stanno preparando anche alla possibilità dell’arrivo di Trump in caso di accordo. In serata, è attesa l’apertura del presidente Usa.
Secondo una fonte della Casa Bianca, l’inviato Usa per il Medio Oriente e il consigliere (nonché genero di Trump), Steve Witkoff e Jared Kushner, hanno avuto un incontro strategico con il presidente nello Studio Ovale prima di partire per Egitto. A Sharm el-Sheikh, dopo i primi incontri ‘tecnici’, mercoledì hanno partecipato ai colloqui tutti i principali mediatori: Witkoff e Kushner per gli Stati Uniti, il capo della delegazione israeliana Ron Dermer, il primo ministro del Qatar Mohammed al-Thani e il direttore dell’intelligence turca Ibrahim Kalin. Per Hamas erano presenti Zaher Jabarin e Khalil al-Hayya.
Secondo fonti palestinesi, le divergenze riguardano in particolare le liste dei detenuti da includere nello scambio con i rapiti. Hamas ha incluso tra gli ergastolani da rilasciare i nomi dei cosiddetti ‘big seven’: Marwan Barghouti, Ahmed Saadat, Hassan Salameh Abdullah, Ibrahim Hamed, Abdullah Barghouti, Abbas al-Sayed e Nayef Barghouti. Tutti hanno pene a vita e altre centinaia di anni per reati legati al terrorismo. Il piano iniziale prevedeva il rilascio di 250 ergastolani (su 280 totali) e fino a 1.700 arrestati dopo il 7 ottobre 2023.
Hamas ha anche richiesto la restituzione dei corpi di Yahya e Muhammed Sinwar. Gerusalemme non ha intenzione di rilasciare neanche i miliziani della Nukhba di Hamas coinvolti nel massacro di due anni fa. Gli americani, secondo i media israeliani, sono determinati a non abbandonare il tavolo dei negoziati fino alla firma dell’accordo.
Nel frattempo, i combattimenti tra i miliziani di Hamas e l’esercito israeliano continuano a Gaza. Mercoledì pomeriggio, l’IDF ha comunicato di aver neutralizzato numerosi terroristi che stavano attaccando le truppe e cercando di rapire soldati in una postazione a Gaza City. I media sauditi hanno affermato che la “pressione araba esercitata sulle parti è senza precedenti”.