L’Illinois e la città di Chicago hanno intrapreso un’azione legale contro il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, in risposta alla decisione di inviare 300 membri della Guardia Nazionale per “proteggere funzionari e beni federali”. Il presidente ha descritto Chicago come “una zona di guerra, peggiore dell’Afghanistan“. Questa controversia si inserisce nel contesto di una più ampia strategia di repressione dell’immigrazione illegale, già attuata in altre città come Los Angeles e Washington.
La causa legale di Chicago e Illinois
Il 7 ottobre 2025, l’Illinois e Chicago hanno presentato una causa contro il governo federale, contestando l’invio delle truppe della Guardia Nazionale nella metropoli. La decisione di Trump di mobilitare i soldati è stata giustificata come una misura necessaria per affrontare un aumento della criminalità. Tuttavia, il governatore dell’Illinois, J.B. Pritzker, ha definito questa azione un'”invasione incostituzionale”. La questione è diventata ancora più urgente quando una giudice federale ha stabilito che non bloccherà immediatamente l’arrivo delle truppe, concedendo all’amministrazione Trump tempo fino alla mezzanotte di mercoledì per rispondere alla causa. La discussione è stata fissata per giovedì mattina.
La risposta del governo ha suscitato preoccupazioni tra i cittadini e i funzionari locali, che vedono l’intervento militare come una violazione delle autonomie statali e comunali. La causa è stata presentata in un momento in cui la tensione tra le amministrazioni repubblicane e quelle democratiche è particolarmente alta, alimentata da un clima politico già polarizzato.
Le dichiarazioni di Trump e le misure economiche
In una conferenza stampa, il presidente Trump ha affermato che Chicago rappresenta una situazione di crisi paragonabile a un conflitto armato, affermando che “anche in Afghanistan resterebbero senza parole dai nostri livelli di criminalità“. Queste dichiarazioni sono state accolte con scetticismo da molti, che vedono nella retorica di Trump un tentativo di giustificare politiche aggressive nei confronti delle città governate dai Democratici.
Oltre alla questione della sicurezza, Trump ha annunciato che, a partire dal 1° novembre 2025, verranno imposti dazi del 25% su tutti i camion medi e pesanti importati negli Stati Uniti. Questa misura è parte di una strategia economica più ampia volta a proteggere l’industria americana e ridurre la dipendenza dalle importazioni. Tuttavia, tali dazi potrebbero avere ripercussioni significative sui costi di trasporto e sulle catene di approvvigionamento, alimentando ulteriormente il dibattito sulle politiche commerciali del governo.
La decisione di implementare questi dazi è stata accolta con preoccupazione da parte di diversi settori industriali, che temono un aumento dei costi e una diminuzione della competitività. I critici avvertono che tali misure potrebbero portare a ritorsioni da parte di altri paesi e a un aumento dei prezzi per i consumatori americani.
Il clima teso tra il governo federale e gli stati, in particolare quelli a guida democratica, continua a segnare il panorama politico americano, con le prossime settimane che si preannunciano cruciali per la risoluzione di queste controversie legali e politiche.