Sudan: la Corte penale internazionale emette condanna per un miliziano accusato di crimini di guerra

Marianna Perrone

Ottobre 7, 2025

La Corte Penale Internazionale ha emesso una sentenza storica, condannando Ali Muhammad Ali Abd-Al-Rahman, noto come Ali Kushayb, per crimini di guerra e crimini contro l’umanità perpetrati nel Darfur. Questo verdetto, annunciato il 15 marzo 2025, rappresenta un passo significativo nella lotta contro l’impunità per i crimini commessi durante il conflitto in Sudan.

Crimini commessi nel Darfur

Ali Kushayb è stato riconosciuto colpevole di gravi violazioni dei diritti umani, tra cui stupro, omicidio e tortura, avvenuti tra agosto 2003 e aprile 2004. I dettagli emersi durante il processo sono agghiaccianti. La Corte ha documentato resoconti di stupri di gruppo, abusi sistematici e uccisioni di massa, che hanno segnato profondamente la popolazione civile del Darfur. In uno degli episodi più scioccanti, Abd-Al-Rahman ha ordinato il caricamento di circa 50 civili su camion, infliggendo violenze fisiche a diversi di loro con asce, prima di farli sdraiare a terra e dare ordine alle sue truppe di aprire il fuoco.

Questi atti, considerati crimini di guerra, sono stati meticolosamente ricostruiti attraverso testimonianze di sopravvissuti e prove raccolte nel corso delle indagini. La Corte ha sottolineato l’importanza di rendere giustizia alle vittime e di inviare un messaggio chiaro a chiunque pensi di poter agire con impunità in situazioni di conflitto.

La difesa di Ali Kushayb

Durante il processo, Ali Kushayb ha contestato le accuse, dichiarando di essere l’uomo sbagliato e negando ogni coinvolgimento nei crimini di cui è stato accusato. La sua difesa ha cercato di mettere in dubbio la sua identità, ma le prove presentate dalla Procura hanno dimostrato in modo incontrovertibile il suo ruolo nella milizia Janjaweed e nelle atrocità commesse.

La Corte ha accolto le testimonianze di numerosi testimoni, che hanno fornito dettagli inquietanti sui metodi brutali utilizzati da Kushayb e dai suoi uomini. La sentenza rappresenta una vittoria per i diritti umani e per le vittime di violenze nel Darfur, un conflitto che ha causato la morte di centinaia di migliaia di persone e ha costretto milioni di altri a fuggire dalle loro case.

Con questa condanna, la Corte Penale Internazionale ribadisce il suo impegno a perseguire i responsabili di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, evidenziando la necessità di giustizia per le vittime e di responsabilità per i colpevoli.

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