Questa mattina, il Liceo Plauto di Roma è stato teatro di un’occupazione da parte degli studenti. I rappresentanti della sigla Osa hanno dichiarato che “gli studenti del liceo Plauto si sono ripresi la loro scuola”. L’iniziativa di protesta si inserisce in un contesto di mobilitazione popolare a sostegno della resistenza palestinese. Gli studenti hanno espresso il loro dissenso nei confronti di un governo che ritengono complice, chiedendo la rottura degli accordi con Israele e le dimissioni della premier Giorgia Meloni.
Obiettivi della manifestazione
La manifestazione ha come obiettivo principale quello di attirare l’attenzione su due questioni fondamentali. In primo luogo, gli studenti contestano l’indicazione dell’Ufficio scolastico regionale che, a loro avviso, limita il dibattito sulla Palestina nelle scuole, cercando di reprimere il dissenso. In secondo luogo, evidenziano i gravi problemi di edilizia che affliggono l’istituto da anni, considerandoli inaccettabili in un momento in cui i finanziamenti per scopi bellici aumentano.
Risposta al Disegno di Legge 1627
L’occupazione del Liceo Plauto, avvenuta il 7 ottobre 2025, è anche una risposta al Disegno di Legge 1627, attualmente in discussione in Parlamento. Questo provvedimento prevede l’istituzione di corsi contro l’antisionismo, considerato equivalente all’antisemitismo, e impone il divieto di discutere della Palestina e di criticare Israele all’interno delle aule scolastiche. Gli studenti, quindi, gridano a gran voce: “Soldi alla scuola e non alla guerra!”.
Diritti e sensibilizzazione
Con questa azione, il gruppo di studenti intende non solo rivendicare il diritto all’istruzione e alla libertà di espressione, ma anche sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo alle problematiche che affliggono il sistema educativo italiano. La loro determinazione riflette un desiderio di cambiamento e giustizia, non solo per la loro scuola, ma per una causa che ritengono giusta e necessaria.
Esempio di attivismo giovanile
La mobilitazione degli studenti del Liceo Plauto rappresenta un esempio di attivismo giovanile in un contesto sociale e politico complesso, dove le voci della nuova generazione si fanno sentire in maniera sempre più forte.