Nel quartiere ebraico di Roma, il 7 ottobre 2025, si è svolta una manifestazione significativa intitolata “Una luce per gli ostaggi”, in occasione del secondo anniversario del tragico massacro avvenuto nel 2023. L’evento è stato organizzato dalla Rappresentanza Italiana del Forum delle Famiglie degli Ostaggi, dall’Unione Giovani Ebrei d’Italia, da Run for Their Lives – Roma e dall’Associazione Setteottobre, con il supporto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Partecipazione e messaggi di solidarietÃ
Un totale di trecentocinquanta persone ha partecipato all’iniziativa, con l’intento di mantenere alta l’attenzione sui forti temi legati agli ostaggi israeliani ancora prigionieri di Hamas nei tunnel di Gaza. In un clima di solidarietà , la comunità ha espresso il suo sostegno alle famiglie delle vittime, ribadendo un messaggio chiaro: “Riportiamoli a casa oggi. Nachziru otam habaita achshav”. Questo richiamo ha risuonato tra i partecipanti, che hanno voluto evidenziare la necessità di porre fine a questa lunga attesa.
La situazione degli ostaggi
Benedetto Sacerdoti, portavoce del Forum delle Famiglie degli Ostaggi, ha condiviso la drammatica situazione degli ostaggi, sottolineando che “48 ostaggi sono prigionieri da due anni, nell’indifferenza del mondo”. Ha descritto la loro condizione, evidenziando come siano stati ridotti a “scheletri”, costretti a vivere in condizioni disumane, a scavarsi la fossa con una pala e a condividere una scatoletta di fagioli per sopravvivere. Sacerdoti ha sottolineato come le immagini diffuse da Hamas abbiano messo in luce questa realtà , ma il mondo abbia scelto di ignorarla.
Le famiglie degli ostaggi
Le famiglie degli ostaggi, secondo Sacerdoti, vivono in uno stato di sospensione tra speranza e angoscia, con la speranza di riabbracciare i loro cari e l’angoscia di dover affrontare la possibilità di ricevere i corpi di chi non ce l’ha fatta, per poter dare loro una sepoltura dignitosa.
Chiusura della manifestazione
A chiudere la manifestazione è stato Luca Spizzichino, presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, che ha esortato tutti a diventare una “luce accesa nel buio della loro prigionia”. Spizzichino ha ribadito l’importanza di non dimenticare le persone trattenute per due anni e ha lanciato un messaggio fermo: “Non smetteremo mai di chiedere la loro liberazione”. Ha invitato i giovani, i cittadini e gli esseri umani a farsi portavoce di questa causa, affermando che è un dovere morale alzare la voce e lottare affinché vengano compiuti tutti gli sforzi necessari per riportarli a casa.