Il presidente dell’Ecuador, Daniel Noboa, ha annunciato un nuovo stato di emergenza che coinvolge dieci delle ventiquattro province del Paese, a causa dei gravi disordini interni provocati dalle manifestazioni degli indigeni contro l’aumento dei prezzi del gasolio. Questa decisione è stata formalizzata tramite un decreto esecutivo firmato dal presidente il 15 marzo 2025, con l’intento di contenere l’escalation della violenza durante le proteste e prevenirne la diffusione.
Le province interessate e le misure adottate
Le province colpite da questa misura straordinaria comprendono Pichincha, Cotopaxi, Tungurahua, Chimborazo, BolÃvar, Cañar, Azuay, Orellana, SucumbÃos e Pastaza. Le restrizioni imposte prevedono la sospensione del diritto di riunione per un periodo di 24 ore, limitando così la possibilità di assembramenti che potrebbero compromettere i servizi pubblici. Tuttavia, il decreto consente la realizzazione di manifestazioni pacifiche, a condizione che non violino i diritti altrui.
La decisione di Noboa è stata motivata da episodi di violenza che hanno visto coinvolti le forze di polizia e militari, i quali sono stati oggetto di aggressioni durante le manifestazioni. Il presidente ha evidenziato che alcuni agenti sono stati “rapiti e abusati fisicamente” da parte dei manifestanti, sottolineando la gravità della situazione.
Mobilitazione delle forze di sicurezza
Per far fronte a questa emergenza, Noboa ha ordinato la mobilitazione delle Forze armate e della Polizia nelle province colpite. L’obiettivo di questa operazione è garantire la sicurezza e la vita dei cittadini, oltre a mantenere la libera circolazione e permettere lo svolgimento delle attività economiche. La presenza delle forze di sicurezza è stata intensificata per prevenire ulteriori atti di violenza e ristabilire l’ordine pubblico.
Le autorità locali sono state avvertite della necessità di collaborare con le forze di sicurezza per affrontare la situazione, mentre si cerca di trovare un equilibrio tra il diritto di protesta e la necessità di mantenere l’ordine. Questo stato di emergenza rappresenta una risposta diretta alle tensioni sociali che stanno attraversando il Paese, in un contesto di crescente insoddisfazione popolare legata ai costi della vita e alle politiche economiche attuate dal governo.