La bellezza della Mongolia, con le sue vaste steppe e montagne imponenti, è descritta in modo evocativo dallo scrittore francese Ian Manook nel suo romanzo “Aysuun. Figlia della steppa” (Fazi Editore). L’opera, pubblicata di recente, cattura l’essenza di un territorio dove la natura regna sovrana e il tempo sembra essersi fermato.
La Mongolia è un paese che si estende per cinque volte rispetto all’Italia, occupando il 19° posto nel mondo per superficie, con una popolazione di circa 3,4 milioni di abitanti, il che la rende uno dei luoghi con la densità di popolazione più bassa del pianeta, con soli due abitanti per chilometro quadrato. La capitale, Ulan Bator, ospita circa la metà della popolazione, mentre il resto della popolazione vive ancora secondo tradizioni nomadi, eredità di millenni. Qui, la storia umana si intreccia con paesaggi vasti e suggestivi, sotto cieli azzurri e lungo fiumi senza fine.
Il lago Khövsgöl e le sue meraviglie
L’avventura in Mongolia inizia lasciando Ulan Bator, per dirigersi verso Mörön, che funge da porta d’accesso al lago Khövsgöl, noto come il “mare della Mongolia”. Questo lago, uno dei più profondi e puri dell’Asia, contiene circa l’1% delle riserve mondiali di acqua dolce. Le sue sponde sono adornate da gher, le tradizionali tende circolari, specialmente nei pressi del villaggio di Khatgal. Durante la primavera, quando il ghiaccio si scioglie, il paesaggio si trasforma in una tavolozza di verdi che ricorda le Alpi. In inverno, il lago ghiaccia fino a due metri di spessore, diventando una vera e propria autostrada per veicoli di ogni tipo.
Una cultura rispettosa dell’ambiente
La Mongolia ha una lunga storia di rispetto per la natura, risalente all’epoca di Gengis Khan, il quale nel XIII secolo stabilì leggi severe contro l’inquinamento delle acque. Oggi, l’acqua, la terra e il cielo sono considerati sacri. Nella regione settentrionale, tra le conifere della taiga, si trovano gli Tsaatan, un popolo nomade che vive allevando renne. Questa comunità, composta da circa 200 individui, accoglie i visitatori nelle loro tende a cono, offrendo un assaggio del pane tuvan, cotto nella cenere. Quando i bambini devono andare a scuola, le famiglie si spostano a Tsagaannuur, un viaggio che richiede due giorni a dorso di yak, scelti per la loro andatura dolce.
Tradizioni kazake a Bayan-Ölgii
Dopo Mörön, un altro luogo imperdibile è Bayan-Ölgii, situato all’estremo ovest della Mongolia, dove la cultura kazaka è predominante. Qui, l’Islam è la religione principale e la tradizione della caccia con le aquile reali è ancora viva. Nella cittadina, è possibile visitare una moschea e un museo che raccontano storie affascinanti, come quella di Žùgdėrdėmidijn Gùrragčaa, il primo cosmonauta mongolo. La caccia con le aquile è un’arte che si tramanda di generazione in generazione, e solo le giovani femmine vengono catturate e addestrate, per poi essere liberate dopo alcuni anni di servizio.
La caccia con le aquile
Le dimostrazioni di caccia sono spettacolari: da una collina, il cacciatore libera l’aquila, che si alza in volo per poi piombare sulla preda e ritornare al suo padrone. Le aquile possono affrontare anche prede imponenti come i lupi. La vita quotidiana dei kazaki si svolge nelle gher, progettate in modo da rispettare le energie spirituali. Le donne partecipano attivamente alla caccia e alla vita domestica, mentre le comunità si spostano in base ai pascoli.
Ulan Bator e le sue contraddizioni
Al termine del viaggio, si torna a Ulan Bator, il cuore pulsante della Mongolia, dove modernità e tradizione convivono. Qui si trovano il monastero di Gandan, abitato da 400 monaci, e il museo-monastero di Choijin Lama. Una visita al Museo Nazionale della Storia Mongola offre un’idea dell’imponenza dell’impero di Gengis Khan e delle differenze tra le gher mongole e kazake. Ulan Bator è una metropoli caratterizzata da forti contrasti, dove i grattacieli di vetro si affiancano a quartieri di gher. Ogni anno, a luglio, la città ospita il Festival del Nadaam, un evento che attira migliaia di visitatori e celebra le tradizioni e lo spirito nomade del popolo mongolo attraverso competizioni di lotta, tiro con l’arco e corse di cavalli.
Dove mangiare in Mongolia
Modern Nomads, situato nel Metro Mall di Ulan Bator, è un ristorante che offre piatti tipici mongoli, come zuppe e spiedini di montone. Gli arredi richiamano la vita nomade. Un’altra opzione è il Naadam Bar & Restaurant, all’interno dello Shangri-La Hotel, che propone cucina internazionale con influenze locali.
Dove dormire
Il Tuul Riverside Lodge, situato a un’ora da Ulan Bator, è un campo di gher autentico con un’ottima cucina. Per chi si trova a Khatgal, il Khun Odod Resort offre sistemazioni confortevoli con vista sul lago Khövsgöl.
Cosa comprare
Gobi Mongolian Cachemire, un grande outlet a Ulan Bator, propone una vasta gamma di capi in cachemire a prezzi competitivi rispetto all’Europa. Qui è possibile trovare giacche, cappotti e accessori di alta qualità.