Il Parco Archeologico del Colosseo ha recentemente ricevuto il supporto del Tar del Lazio riguardo a un avviso pubblico emesso a fine novembre 2024. Questo avviso ha invitato gli operatori turistici a esprimere interesse per essere inclusi in un elenco di soggetti accreditati, autorizzati all’acquisto di biglietti per accedere al prestigioso sito culturale attraverso una piattaforma specifica B2B (business to business), separata da quella destinata al pubblico generale (B2C, business to consumer). La decisione del Tar ha avuto luogo in risposta a un ricorso presentato dalla società Italy Wonders Srl.
Il sistema di richiesta dei biglietti
Il sistema stabilito dal Parco Archeologico prevede che gli operatori turistici, che soddisfano i requisiti indicati nell’avviso, possano presentare annualmente una richiesta per l’acquisto di biglietti. La disponibilità dei biglietti verrà gestita dal Parco in base alle richieste ricevute e secondo criteri stabiliti in anticipo. Ogni operatore economico, per ciascun biglietto ottenuto e riservato, dovrà inoltre versare un contributo di 2 euro. Questo meccanismo è stato progettato per garantire una gestione più controllata e sostenibile dell’accesso al Colosseo, uno dei monumenti più visitati al mondo.
Le contestazioni di Italy Wonders
Nonostante aver partecipato con successo alla procedura di accreditamento, Italy Wonders ha deciso di impugnare alcune disposizioni dell’avviso presso il Tar del Lazio. Le contestazioni riguardano principalmente le restrizioni sul cambio del nominativo del titolare del biglietto, il divieto di acquisto di biglietti da canali alternativi e le limitazioni sul numero di biglietti che ciascun operatore può ottenere nel mercato B2B. Italy Wonders ha sostenuto che tali misure fossero eccessive e limitative per la loro attività .
La decisione del Tar del Lazio
Il Tar ha esaminato le obiezioni sollevate da Italy Wonders e ha dichiarato infondate le contestazioni. I giudici hanno sottolineato che l’avviso pubblico e il regolamento correlato sono stati adottati dal Parco Archeologico nell’ambito delle sue prerogative di gestire l’accesso al bene culturale. Hanno inoltre evidenziato l’importanza di affrontare il fenomeno degli “accaparramenti massivi di biglietti” da parte di alcuni operatori turistici, che ha portato a una gestione poco equa delle risorse disponibili. Le misure contestate sono state quindi considerate giustificate e necessarie per garantire un accesso equo e controllato al Parco Archeologico del Colosseo, tutelando così l’integrità del patrimonio culturale.