Sette suicidi nel mese di settembre hanno scosso profondamente la società cilena, in particolare la metropolitana di Santiago, che ogni mese trasporta oltre 50 milioni di passeggeri. L’arcivescovo di Santiago, Fernando Chomali, ha lanciato un appello alla riflessione: “Il suicidio sta devastando il Cile. È urgente esaminare la società che abbiamo costruito, che, gravata da richieste disumane, ci lascia soli e vuoti, portandoci a malessere“.
Suicidi e sicurezza nella metropolitana
Recentemente, tre casi di suicidio si sono verificati nella capitale, coinvolgendo soprattutto la linea più antica e frequentata della metropolitana, la quale è priva di barriere di protezione per impedire ai pedoni di saltare sui binari, a differenza delle linee più moderne. Le autorità locali hanno annunciato un progetto che prevede l’installazione di queste barriere entro il 2028, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei passeggeri.
Richieste dei sindacati e intervento umano
In risposta a questo allarmante fenomeno, i sindacati dei lavoratori della metropolitana di Santiago hanno chiesto misure concrete. Eric Campos, presidente della federazione locale, ha dichiarato a Radio Cooperativa che “per ogni suicidio, i lavoratori della metropolitana riescono a prevenire da quattro a cinque casi” grazie a un “lavoro proattivo in banchina“, dove spesso assumono il ruolo di psicologi e assistenti sociali.
Necessità di un intervento immediato
La situazione ha messo in evidenza la necessità di un intervento immediato e di un approccio più umano nella gestione della salute mentale, non solo per i passeggeri, ma anche per i lavoratori che si trovano ad affrontare quotidianamente queste tragiche situazioni.