La Marina israeliana si sta preparando a esercitare il proprio controllo in alto mare sulle oltre 50 imbarcazioni della Global Sumud Flotilla, attualmente nel raggio di intercettazione delle forze armate. L’operazione coinvolge anche l’unità speciale Shayetet 13, incaricata della cattura delle navi. La Marina prevede di trasferire gli attivisti su una grande nave militare e di rimorchiare le imbarcazioni verso il porto di Ashdod, con la possibilità che alcune di esse possano essere affondate. Intorno alla mezzanotte italiana del 2 dicembre 2025, la flottiglia si è avvicinata a circa 10 miglia dalla zona ad alto rischio.
Israele: “La flottiglia non entrerà nelle acque della Striscia”
Israele ha dichiarato che non consentirà alla flottiglia di entrare nelle acque della Striscia di Gaza. In precedenza, la fregata Alpino della Marina militare italiana aveva comunicato ufficialmente a tutte le imbarcazioni della Flotilla la propria disponibilità ad accogliere a bordo chiunque desiderasse abbandonare la missione. Secondo fonti ufficiali, alcuni cittadini italiani a bordo della Flotilla avrebbero già accettato di tornare indietro, abbandonando volontariamente la missione nelle ultime ore.
Flotilla: “Protezione dalla fregata Alpino? L’Italia ci vuole sabotare”
La Global Sumud Flotilla ha risposto alle dichiarazioni del ministro della Difesa italiano, affermando che l’offerta della fregata militare Alpino di evacuare gli attivisti prima di raggiungere la cosiddetta zona critica non rappresenta una forma di protezione, ma piuttosto un atto di sabotaggio. “Questo è un tentativo di demoralizzare e dividere una missione pacifica e umanitaria. Questa è codardia travestita da diplomazia”, ha dichiarato la flottiglia.
Rischi per il diritto internazionale
Il presidente del Consiglio italiano ha definito la Global Sumud Flotilla una minaccia per il “piano di pace” americano. La delegazione italiana del Global Movement to Gaza ha sottolineato che attivisti disarmati e navi cariche di aiuti non rappresentano un pericolo per la stabilità . “La vera minaccia è l’assedio, non la Flotilla“, hanno affermato. Gli attivisti hanno avvertito che non solo l’equipaggio della Flotilla è a rischio, ma anche il diritto internazionale stesso, minacciato da un governo che si allinea a strategie neocoloniali.
Meloni: “La flottiglia si fermi o metterà a rischio la pace”
Giorgia Meloni è intervenuta rapidamente, affermando che il piano di pace per il Medioriente proposto da Donald Trump rappresenta un’opportunità per porre fine alla guerra e alla sofferenza della popolazione palestinese. Ha avvertito che un tentativo della Flotilla di forzare il blocco navale israeliano potrebbe compromettere questo fragile equilibrio. Meloni ha esortato la flottiglia a fermarsi e a considerare proposte alternative per la consegna sicura degli aiuti, avvertendo che ogni altra scelta potrebbe alimentare il conflitto.
La replica di Meloni alla Flotilla: “Risparmiateci lezioni di morale”
In serata, il premier ha risposto alle dichiarazioni del Global Movement to Gaza, esprimendo disappunto per le accuse di considerare una minaccia civili disarmati e navi cariche di aiuti. Ha ribadito che gli aiuti possono essere consegnati attraverso canali sicuri e ha avvertito che forzare un blocco navale significa diventare strumenti di chi desidera far saltare ogni possibilità di cessate il fuoco.
La posizione dell’Italia: assistenza, non scorta armata
La missione della Marina militare italiana, inizialmente assegnata alla fregata Fasan e poi trasferita all’Alpino, è stata definita come un’operazione umanitaria. Il governo italiano ha chiarito che la fregata Alpino non scorterà la flottiglia durante il suo viaggio verso Gaza e non entrerà in acque soggette a restrizioni. “Non oltrepasseremo le 150 miglia nautiche dalla costa”, è il principio operativo stabilito, per garantire la sicurezza del personale militare e delle persone coinvolte nella flottiglia.
Tajani: “Ho chiesto di non usare violenza contro italiani”
Antonio Tajani, leader di Forza Italia e ministro degli Esteri, ha dichiarato di aver parlato con il ministro degli Esteri israeliano, richiedendo di non usare violenza qualora dovessero fermare gli italiani della flottiglia. “Non sono là con intenti di guerra”, ha affermato, sottolineando l’importanza di evitare conflitti.
Crosetto alla Flotilla: “Evitate contatti pericolosi, ci sono alternative”
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha rivolto un appello ai promotori della flottiglia, evidenziando che l’obiettivo umanitario potrebbe essere raggiunto attraverso percorsi alternativi. Crosetto ha proposto il trasbordo degli aiuti a Cipro, sotto la supervisione del Patriarcato Latino di Gerusalemme, una soluzione sostenuta da vari attori internazionali. Tuttavia, gli attivisti della flottiglia hanno finora respinto tali proposte, ritenendole inadeguate.
Lo scenario diplomatico e i rischi evocati dal passato
La situazione è sotto attenta osservazione da parte di organizzazioni umanitarie, governi e opinione pubblica. L’Unione europea ha lanciato appelli alla prudenza, mentre alcuni osservatori ricordano come operazioni simili in passato abbiano avuto esiti drammatici. Il clima nella zona rimane teso, con fonti vicine agli organizzatori che segnalano danni tecnici alle imbarcazioni e sorveglianza da parte di droni non identificati. Nonostante ciò, il gruppo ha annunciato l’intenzione di continuare la missione, sostenendo che il blocco navale non può giustificare la restrizione dei diritti in acque internazionali.
Papa Leone: “Spero non ci sia violenza”
Papa Leone XIV ha espresso la sua preoccupazione per la situazione, sottolineando il desiderio di rispondere a una vera emergenza umanitaria. Ha esortato tutte le parti coinvolte a rispettare i diritti delle persone e a evitare la violenza.
Landini: “Sostegno alla Flotilla, pronti a proclamare lo sciopero”
Maurizio Landini, segretario della Cgil, ha minacciato di proclamare uno sciopero generale, evidenziando che la situazione rappresenta una messa in discussione di valori costituzionali. Ha sottolineato che la flottiglia comprende persone non violente e ha avvertito che eventuali azioni contro di essa potrebbero portare a una mobilitazione generale.