Petro interrompe l’accordo di libero scambio con Israele per motivi economici

Marianna Perrone

Settembre 30, 2025

Il presidente colombiano Gustavo Petro ha preso una posizione netta contro le recenti azioni militari di Israele nella Striscia di Gaza, annunciando il 30 settembre 2025 la sospensione del Trattato di libero commercio tra Colombia e Israele. Questa decisione si basa sull’elevato numero di vittime palestinesi, che ha raggiunto la cifra di 66.000. Petro ha comunicato la sua decisione durante una riunione del Consiglio dei ministri, con una dichiarazione trasmessa in diretta televisiva, sottolineando la ferma opposizione della Colombia all’“avidità” e alle aggressioni militari.

La posizione di Gustavo Petro

Gustavo Petro, leader della Colombia, ha espresso un forte disappunto nei confronti dell’offensiva militare condotta da Tel Aviv, che ha portato a un numero così elevato di morti tra la popolazione palestinese. La decisione di sospendere il Trattato di libero commercio rappresenta un passo significativo nella politica estera colombiana, che si distacca da alleanze tradizionali in favore di una posizione più critica nei confronti delle violenze in Medio Oriente. Petro ha chiarito che non intende piegarsi a pressioni economiche o diplomatiche, affermando che “Con Israele non ci sarà più Trattato di libero commercio“.

Questa misura è il seguito di un divieto già in atto da alcuni mesi, riguardante l’esportazione di carbone colombiano verso Israele, anch’essa motivata dalla preoccupazione per la situazione umanitaria in Palestina. La scelta di interrompere i legami commerciali con Israele è vista come un atto simbolico di solidarietà nei confronti del popolo palestinese e un chiaro messaggio contro le politiche militari adottate da Tel Aviv.

Le reazioni internazionali

La decisione di Petro ha suscitato reazioni contrastanti a livello internazionale. Da un lato, molti osservatori e attivisti per i diritti umani hanno accolto con favore la sospensione del Trattato di libero commercio, considerandola un gesto importante in favore della giustizia sociale e dei diritti umani. Dall’altro lato, ci sono state critiche da parte di alcuni esponenti politici e imprenditoriali che vedono questa scelta come un rischio per le relazioni commerciali e diplomatiche della Colombia.

In un contesto globale in cui le tensioni geopolitiche si intensificano, la Colombia si trova a dover bilanciare le sue relazioni con potenze regionali e internazionali. La sospensione del trattato potrebbe avere ripercussioni non solo sul commercio bilaterale, ma anche sulle alleanze politiche della Colombia in un momento in cui la stabilità nella regione è fondamentale.

L’impatto sulla popolazione colombiana

La decisione di interrompere il Trattato di libero commercio con Israele avrà sicuramente un impatto sull’economia colombiana. Gli scambi commerciali tra i due paesi, sebbene non siano tra i più significativi, rappresentano comunque una fonte di reddito per alcuni settori, in particolare quello minerario e agricolo. La sospensione delle esportazioni di carbone potrebbe influire su migliaia di lavoratori e sulle loro famiglie, generando preoccupazioni circa la perdita di posti di lavoro e di opportunità economiche.

Inoltre, la reazione del governo colombiano potrebbe innescare un dibattito interno sulle politiche estere e commerciali del paese. È probabile che sostenitori e oppositori di Petro si confrontino su come la Colombia debba posizionarsi nel contesto internazionale, soprattutto riguardo a questioni così delicate come il conflitto israelo-palestinese.

La situazione resta in evoluzione e l’attenzione sarà rivolta agli sviluppi futuri, sia sul fronte della politica estera colombiana che sulle reazioni di Israele e della comunità internazionale.

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