Il 1° ottobre 2025 segna la celebrazione della Giornata mondiale del Caffè, un evento di grande rilevanza nella cultura occidentale. Tuttavia, sorgono interrogativi sul suo consumo: è opportuno limitarlo o addirittura evitarlo? Quali benefici offre la caffeina? E quali alternative esistono al caffè? A queste domande risponde il dottor Massimo Spattini, autore del libro “Le 3 chiavi della longevità” pubblicato da Edizioni Lswr.
Benefici e controindicazioni della caffeina
La caffeina agisce attraverso meccanismi cellulari complessi, incrementando la forza di contrazione muscolare anche a basse frequenze di stimolazione. Essa favorisce l’aumento della lipolisi e il risparmio di glicogeno muscolare, stimolando l’ossidazione degli acidi grassi liberi. Inoltre, migliora il flusso coronarico, aumentando l’apporto di sangue al cuore, e la gittata cardiaca, che assicura un maggiore apporto di sangue ai tessuti. La caffeina attraversa rapidamente la barriera ematoencefalica, accrescendo l’eccitabilità neuronale e facilitando il reclutamento dei motoneuroni, il che ottimizza la trasmissione del segnale tra il sistema nervoso centrale e quello periferico.
Tuttavia, la caffeina presenta anche effetti collaterali. Essa stimola la produzione di cortisolo e adrenalina: un’assunzione di 200 mg, corrispondente a circa due tazzine di caffè, può innalzare i livelli di cortisolo in un’ora, mantenendoli elevati per l’intera giornata. Per i soggetti che metabolizzano lentamente la caffeina, questo può compromettere la qualità del sonno, causando un ulteriore aumento notturno del cortisolo. Livelli cronicamente elevati di questo ormone possono avere effetti catabolici sui muscoli, favorire la resistenza insulinica e ostacolare la perdita di peso. Pertanto, la caffeina può rivelarsi utile in situazioni di stress fisico o mentale, ma non è raccomandata per chi è predisposto a stress cronico o presenta alti livelli di cortisolo.
Il caffè: vantaggi e svantaggi
Il caffè è un elemento centrale nello stile di vita di molte persone in Occidente e oltre. Le ricerche sui suoi effetti sono spesso contraddittorie. Da un lato, la caffeina contenuta nel caffè può ridurre la sensibilità all’insulina e aumentare i livelli di cortisolo, predisponendo a condizioni come l’ipertensione e la resistenza insulinica. Dall’altro lato, numerosi studi evidenziano i benefici del caffè grazie al suo apporto di antiossidanti: il consumo regolare, senza zucchero, è associato a una riduzione del rischio di diabete di tipo 2 fino al 35%. Un’indagine pubblicata sul New England Journal of Medicine ha dimostrato che bere 2-3 tazze di caffè al giorno riduce il rischio di mortalità del 10% per gli uomini e del 13% per le donne. Per molti, il caffè è la principale fonte quotidiana di antiossidanti.
Tuttavia, gli effetti del caffè variano in base al metabolismo individuale della caffeina, che avviene nel fegato ed è influenzato da varianti genetiche. Circa il 50% della popolazione ha un metabolismo lento della caffeina, il che può portare a sintomi come nervosismo, insonnia, aumento della pressione arteriosa e peggioramento della sindrome premestruale. La quantità di caffè consumata, insieme alle condizioni di salute individuali, determina se gli effetti siano positivi o negativi.
Alternative al caffè: il tè verde
Una valida alternativa al caffè è rappresentata dal tè verde. Le sue proprietà benefiche derivano principalmente dalla presenza di polifenoli e catechine, che interagiscono con il sistema nervoso simpatico, stimolando la termogenesi e la lipolisi. Inoltre, il tè verde sembra inibire parzialmente le lipasi intestinali, riducendo la digestione e l’assorbimento dei grassi. L’effetto stimolante del tè verde non è dovuto solo alla caffeina, ma anche alla combinazione con catechine e teanina. Quest’ultima, un aminoacido presente in quantità significative, contrasta l’aumento di cortisolo indotto dalla caffeina, rendendo il tè verde una bevanda stimolante ma equilibrata. Il tè verde può essere consumato come bevanda, ma le concentrazioni dei principi attivi variano in base al tipo di tè e al tempo di infusione. Per garantire un effetto più costante, si può optare per capsule di estratto standardizzato.
Il futuro del caffè tra sostenibilità e cambiamento climatico
In Brasile, il principale produttore di caffè al mondo, la situazione attuale è preoccupante. Michele Oliva, nel suo saggio “Il futuro del caffè. Insidie del cambiamento climatico e prospettive sostenibili”, evidenzia come le condizioni di estrema siccità tra ottobre 2020 e marzo 2021, seguite da una gelata inaspettata nel giugno-luglio 2021, abbiano colpito duramente il settore del caffè, causando un aumento repentino del prezzo dell’Arabica. Anche in Africa, la situazione non è migliore. Uno studio del 2017 ha rivelato che l’Etiopia, terzo produttore mondiale di Arabica, potrebbe perdere tra il 39% e il 59% delle aree attualmente dedicate alla coltivazione del caffè entro la fine del secolo, a causa dell’aumento delle temperature e della diminuzione delle piogge. Le conseguenze economiche e sociali per il Paese sarebbero devastanti, considerando che circa 15 milioni di persone lavorano nella filiera del caffè.
Il saggio di Oliva spiega come l’industria del caffè stia cercando di adattarsi alle nuove condizioni ambientali e di ridurre l’impatto climatico che essa stessa genera, migliorando la gestione degli scarti della filiera. Anche i consumatori hanno un ruolo fondamentale nel promuovere una produzione sostenibile del caffè, poiché il rischio di non poter più gustare il nostro amato espresso è più reale che mai.