Il Brasile, nel 2025, sta cercando di affermarsi non solo come esportatore di terre rare, risorsa di cui possiede la seconda maggiore riserva a livello globale, ma anche come protagonista nella gestione dell’intera filiera produttiva. Questa ambiziosa strategia è stata espressa dal vicepresidente Geraldo Alckmin durante un’intervista rilasciata alla radio CBN, dove ha evidenziato l’intento di trasformare il Paese in un leader mondiale nell’innovazione in settori strategici come energia, tecnologia e industrie emergenti. Alckmin ha sottolineato l’importanza di passare dal semplice invio di materie prime all’estero alla creazione di beni con un valore aggiunto significativo.
Strategia di sviluppo in due fasi
Il vicepresidente ha delineato un piano articolato in due fasi: la prospezione e l’esplorazione. Alckmin ha affermato che oltre l’80% del potenziale minerario del Brasile rimane ancora da scoprire, evidenziando la ricchezza del sottosuolo brasiliano, considerato tra i più promettenti al mondo. “Vogliamo costruire l’intera catena produttiva qui, creando lavoro, tecnologia e competitività “, ha dichiarato Alckmin, rimarcando l’importanza di sviluppare le risorse interne piuttosto che limitarsi all’export.
Incentivi per attrarre investimenti
Un esempio concreto del piano del governo è rappresentato dal programma recentemente lanciato per attrarre investimenti nei datacenter, il quale prevede incentivi fiscali in cambio di impegni ambientali. “L’esenzione fiscale è uno stimolo decisivo per gli investimenti privati”, ha sottolineato Alckmin, evidenziando come tali misure possano incentivare la crescita economica e l’innovazione nel Paese. Questo approccio mira a posizionare il Brasile non solo come un fornitore di materie prime, ma come un hub tecnologico e industriale di riferimento a livello internazionale.