Global Sumud Flotilla: diplomazie e governo collaborano con la chiesa per la missione decisiva

Marianna Perrone

Settembre 29, 2025

Si intensificano le preoccupazioni per la missione della Global Sumud Flotilla, attualmente in navigazione verso la Striscia di Gaza con l’intento di portare aiuti umanitari alla popolazione palestinese. Le 42 imbarcazioni, cariche di beni di prima necessità, si trovano a quattro giorni di navigazione da Gaza e nei prossimi due giorni si teme la possibilità di attacchi da parte di Israele. La situazione si fa critica, con 48 ore decisive che potrebbero influenzare non solo il destino della missione, ma anche il contesto politico e diplomatico.

Incontro tra il ministro Crosetto e la delegazione della Flotilla

Domenica scorsa, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha incontrato una delegazione della missione umanitaria, guidata da Maria Elena Delia. Durante l’incontro, Crosetto ha espresso la sua forte preoccupazione per i rischi elevati che la Flotilla sta affrontando, avvertendo che le conseguenze potrebbero essere “drammatiche”. Nonostante le avvertenze, la Flotilla ha confermato la sua intenzione di proseguire la navigazione, sostenendo di trovarsi in acque internazionali dove l’intervento di Israele non sarebbe legittimo.

Gaza e le fregate in supporto alla Flotilla

La fregata Alpino, inviata per scortare le imbarcazioni, opera con regole d’ingaggio rigorose che escludono qualsiasi intervento armato, al fine di evitare incidenti con le forze israeliane. La nave fornirà un ultimo avviso alle imbarcazioni a cento miglia nautiche da Gaza, offrendo la possibilità di essere accompagnate in un porto sicuro. La situazione resta tesa, dato che le autorità israeliane hanno ricevuto ordini per impedire alla Flotilla di raggiungere Gaza.

Attività di mediazione e coinvolgimento delle istituzioni

Le trattative per garantire la sicurezza dell’equipaggio proseguono con urgenza. I parlamentari presenti a bordo continuano a lavorare per proteggere gli attivisti, pur non partecipando attivamente al tentativo di rompere l’assedio. Anche la Conferenza Episcopale Italiana, sotto la guida di Matteo Zuppi, e il Patriarcato Latino di Gerusalemme, con il cardinale Pizzaballa, sono coinvolti nella mediazione. Il Quirinale segue attentamente l’evolversi della situazione, contribuendo attivamente alle trattative.

Il ruolo del governo italiano nella crisi

Il governo italiano, tramite il ministro degli Esteri Antonio Tajani, ha richiesto un incontro tra il presidente israeliano Herzog e l’ambasciatore italiano in Israele, Luca Ferrari. Durante questo incontro, Ferrari ha espresso le preoccupazioni del governo italiano riguardo alla Flotilla e alla situazione umanitaria a Gaza.

Richieste umanitarie e obiettivi della missione

Gli attivisti a bordo della Flotilla hanno avanzato richieste specifiche, chiedendo che il corridoio umanitario per gli aiuti ai palestinesi diventi permanente, escludendo il programma “Food for Gaza” della Farnesina. Sottolineano l’importanza che i beni di prima necessità vengano canalizzati attraverso le chiese anziché attraverso il governo.

La missione della Flotilla e il contesto internazionale

La missione della Flotilla rimane invariata sin dal suo inizio, con l’intento di consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e di rompere il blocco navale imposto da Israele. Gli attivisti sostengono che per raggiungere Gaza devono navigare in acque palestinesi, e qualsiasi attacco da parte di Israele sarebbe considerato illegale. La missione mira anche a sensibilizzare le autorità internazionali sul comportamento di Israele in acque non riconosciute.

La situazione rimane critica e il futuro della missione è incerto, con il mondo che osserva attentamente gli sviluppi.

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