Affidamento diretto del Comune di Roma su Tpl: attesa per la decisione della Corte Ue

Marianna Perrone

Settembre 29, 2025

La questione dell’aggiudicazione diretta di contratti per il servizio di Trasporto Pubblico Locale (Tpl) a Roma è ora nelle mani della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Questa decisione è stata presa dal Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio, che ha accolto un’ordinanza collegiale per sospendere un giudizio proposto dall’Antitrust. Quest’ultimo contestava una delibera emessa da Roma Capitale il 9 agosto 2023, relativa al “Riordino della disciplina dei servizi pubblici locali a rilevanza economica“. La delibera in questione stabiliva l’affidamento in house ad Atac Spa come forma di gestione del servizio Tpl non periferico per il periodo dal 2024 al 2027.

La scelta di Roma Capitale per l’affidamento in house

Roma Capitale ha optato per l’affidamento in regime di “in house providing“, convinta che questa soluzione potesse garantire una serie di vantaggi significativi per la gestione del servizio pubblico. Tuttavia, l’Antitrust ha sollevato dubbi, ritenendo che le motivazioni fornite dall’amministrazione non fossero sufficienti a giustificare la scelta. Secondo l’Autorità, le giustificazioni presentate non soddisfacevano gli oneri istruttori e motivazionali previsti dalla normativa vigente.

Il Tar del Lazio ha quindi ritenuto necessario approfondire la questione, esaminando la normativa sia a livello unionale che nazionale. Questo ha portato alla decisione di invitare la Corte di Giustizia dell’Unione Europea a chiarire alcuni aspetti interpretativi. In particolare, si è chiesto se la normativa unionale, che consente agli Stati di limitare l’uso dell’in house, possa ostacolare una normativa nazionale che prevede la possibilità di ricorrere a questa forma di gestione solo in casi eccezionali.

Le implicazioni della normativa unionale e nazionale

Il Tar ha messo in evidenza che, secondo la normativa nazionale, le autorità locali possono ricorrere all’affidamento in house solo se sono dimostrate le ragioni del mancato ricorso al mercato, considerato preferibile. Inoltre, è necessario illustrare in modo dettagliato i benefici per la collettività riguardo a vari aspetti, come gli investimenti, la qualità del servizio, i costi per gli utenti, l’impatto sulla finanza pubblica e gli obiettivi di universalità, socialità, tutela ambientale e accessibilità dei servizi.

Queste richieste di trasparenza e giustificazione hanno portato il collegio del Tar a sospendere il processo in attesa di una pronuncia da parte della Corte Ue. La decisione finale della Corte di Giustizia avrà un impatto significativo sulla gestione dei servizi pubblici locali a Roma e potrebbe influenzare anche altre amministrazioni locali in tutta Europa che si trovano ad affrontare situazioni simili.

Prospettive future per il servizio di trasporto pubblico a Roma

La sospensione del processo rappresenta un momento cruciale per Roma Capitale, che si trova ora in una fase di attesa. La decisione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea potrebbe stabilire un precedente importante riguardo alla gestione dei servizi pubblici e all’uso dell’affidamento in house. La città di Roma, così come altre realtà italiane ed europee, dovrà adattarsi alle indicazioni che emergeranno da questa pronuncia.

L’esito della questione non riguarderà solo la gestione del servizio di trasporto pubblico, ma avrà ripercussioni più ampie sulle politiche pubbliche e sulla trasparenza nella gestione dei servizi locali. Le autorità locali saranno chiamate a rivedere le proprie strategie e a garantire che le scelte fatte siano sempre in linea con le normative europee, promuovendo così un servizio di trasporto pubblico più efficiente e accessibile per tutti i cittadini.

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