Il conflitto che affligge il Medioriente ha raggiunto il giorno 722, con eventi significativi in corso. La Flotilla, dopo una breve sosta a Creta, ha ripreso il suo viaggio verso Gaza, annunciando: “Andiamo avanti”. L’arrivo è previsto tra 4 e 7 giorni, ma già tra due giorni la flottiglia si avvicinerà a una zona ad alto rischio. In una conversazione con la portavoce Maria Elena Delia, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha espresso preoccupazione riguardo ai pericoli connessi a questa operazione, avvertendo: “Ho sconsigliato di forzare il blocco navale, è pericoloso”.
Attivisti e corridoio di aiuti
Attivisti del Global Movement to Gaza hanno manifestato la loro disponibilità a collaborare per l’istituzione di un corridoio permanente di aiuti a Gaza, evidenziando l’urgenza di trovare soluzioni. Nel frattempo, il piano di Donald Trump per porre fine al conflitto a Gaza, articolato in 21 punti, prevede un ritiro graduale delle truppe israeliane dalla Striscia, che sarebbe condizionato al rilascio di tutti gli ostaggi entro 48 ore dalla firma dell’accordo.
Consenso e negoziati
Secondo quanto riportato dal quotidiano Haaretz, ci sarebbe un consenso “in linea di principio” da parte di Hamas riguardo a questa proposta, ma la stessa organizzazione ha prontamente smentito, dichiarando: “Non lo abbiamo mai ricevuto”. Il presidente americano ha comunicato su Truth che “sono in corso intensi negoziati da quattro giorni e continueranno finché sarà necessario per raggiungere un accordo concluso con successo”.
Situazione in evoluzione
La situazione si evolve rapidamente, con molteplici attori coinvolti e un clima di incertezza che caratterizza le prossime mosse diplomatiche.