Alla fine del ‘400, l’apice dell’opulenza veneziana si esprime nell’arte di Giovanni Bellini con la tecnica dell’olio su tela

Egidio Luigi

Settembre 28, 2025

Venezia si presenta come un gioiello incastonato tra le acque, secondo le parole di Philippe de Commynes, un osservatore attento della città nel 1495. L’autore dei Mémoires descrive con entusiasmo il Canal Grande, una delle arterie principali della città, caratterizzata da una larghezza tale da consentire il passaggio di imbarcazioni di considerevoli dimensioni. Le imponenti abitazioni, costruite con materiali pregiati come il marmo bianco proveniente dall’Istria, si ergono alte e maestose lungo le sue sponde, con interni riccamente decorati. Questi dettagli non solo rivelano la bellezza architettonica di Venezia, ma anche il suo status di potenza navale nel Mediterraneo durante il XV secolo.

Il contesto storico di Venezia nel ‘400

Nel 1495, l’anno in cui Commynes scrive le sue impressioni, Venezia è al culmine della sua potenza. La città non è solo un centro commerciale, ma rappresenta anche una forza politica e culturale di primo piano. Nonostante la caduta di Bisanzio nel 1453, che segna l’inizio di un lento declino, Venezia continua a prosperare, e il suo governo si distingue per saggezza e lungimiranza. Le classi dirigenti locali investono nelle arti e nella cultura, vedendo in esse un modo per esaltare il prestigio della Repubblica. Questo fervore artistico si riflette nelle opere di artisti come Vittore Carpaccio, che realizza i teleri di Sant’Orsola, dedicati al ricevimento degli ambasciatori.

L’importanza della bellezza architettonica

Domenico Morosini, nel suo De bene instituta Republica del 1497, sottolinea come la dignità di Venezia debba essere misurata anche attraverso l’estetica dei suoi palazzi. Questo periodo è caratterizzato da un’esplosione di sfarzo e lusso, che attira l’attenzione di viaggiatori e intellettuali. La richiesta di opere d’arte è così elevata che i pittori veneziani raramente riescono a lavorare al di fuori della città. Il Palazzo Ducale emerge come simbolo della grandezza veneziana, la cui decorazione riflette la gloria civile e il mito storico della Repubblica. Questo edificio diventa il fulcro della grande pittura veneta, dove artisti di fama si ritrovano a collaborare.

La decorazione della Sala del Maggior Consiglio

La Sala del Maggior Consiglio a Palazzo Ducale rappresenta una delle commissioni più significative del periodo. Affidata a Gentile Bellini nel 1474, la decorazione coinvolge artisti di spicco come Giovanni Bellini, Alvise Vivarini e Carpaccio. Purtroppo, gran parte di questo ciclo di affreschi andò distrutta in un incendio nel 1577, ma il suo impatto sulla pittura veneziana è innegabile. Questo progetto ha segnato l’inizio di una nuova era per la pittura narrativa, inaugurata dai Bellini nella Scuola Grande di San Marco. Inoltre, ha sancito l’affermazione della tecnica a olio su tela, particolarmente adatta per le condizioni climatiche lagunari.

Il contributo di Antonello da Messina

Secondo Vasari, Antonello da Messina sarebbe stato colui che ha introdotto la tecnica della pittura a olio a Venezia durante il suo soggiorno tra il 1475 e il 1476. Tuttavia, già dalla metà del secolo, molte opere fiamminghe circolavano in città, conquistando l’ammirazione dei Bellini. L’importanza di Antonello per la pittura veneziana va oltre l’introduzione di una tecnica; rappresenta un momento di incontro tra culture artistiche diverse.

Il ritratto di Jörg Fugger

Il Ritratto di Jörg Fugger di Giovanni Bellini, datato 1474, è il primo documento che attesta l’uso della nuova tecnica a Venezia. Questo dipinto testimonia come Gentile e Giovanni Bellini stessero già pianificando di utilizzare la pittura a olio per i loro lavori a Palazzo Ducale, dimostrando una preparazione e una sperimentazione adeguate per affrontare un incarico di tale rilevanza. Con questo passo, Venezia si avvia verso una nuova era artistica, destinata a lasciare un segno indelebile nella storia dell’arte.

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