A Lugano si trova un luogo affascinante: il museo Herman Hesse alla Montagnola. Questa collina residenziale, caratterizzata da eleganti ville storiche e una vista mozzafiato sul lago e le montagne del Canton Ticino, è una delle mete più visitate della regione. Ogni anno, migliaia di appassionati del celebre scrittore tedesco, noto per il suo romanzo “Siddharta”, si recano qui. Hesse, rifugiatosi in Svizzera, ricevette il Premio Nobel per la letteratura nel 1946. All’interno del museo, si organizzano attività che promuovono l’opera dell’autore, tra cui letture e mostre. Oltre a essere uno scrittore di talento, Hesse nutriva una profonda passione per il giardinaggio, un aspetto che abbiamo approfondito con il direttore del museo, Marcel Henry, esperto della vita e delle opere di Hesse.
Le piante e i fiori amati da Herman Hesse
Herman Hesse aveva una predilezione per diverse piante e fiori. Tra le sue preferenze figuravano le zinnie, che ammirava per la loro trasformazione, e i girasoli, le dalie, i nasturzi e i garofani, che coltivava nel suo giardino a Gaienhofen. I narcisi lo riportavano ai ricordi della madre, che li curava nel giardino di famiglia in Germania. La magnolia, per lui, simboleggiava l’estate e la vitalità , mentre gli iris ispirarono una fiaba dedicata alla prima moglie, Mia Bernoulli.
Il giardino ideale di Hesse
Il giardino che Hesse amava era un mix di orto e fiori ornamentali, un luogo dove alberi da frutto e cespugli di bacche si univano a aiuole fiorite. Nei suoi scritti, Hesse descriveva con cura la disposizione delle aiuole, immaginando armonie di colori che includevano il blu, il bianco, il rosso e bordure di non-ti-scordar-di-me e nasturzi. La sua connessione con la natura e il suo impegno come ambientalista in un’epoca in cui la questione ecologica non era ancora di moda, riflettevano una visione profonda e consapevole.
Il pensiero ambientalista di Hesse
Per Herman Hesse, il giardinaggio andava oltre il semplice passatempo: era un atto di resistenza e saggezza. In un contesto di caos e incertezze, considerava prendersi cura di un pezzo di terra, anche piccolo, come una via per ritrovare equilibrio interiore e affermare fiducia nella vita. La sua concezione di giardinaggio abbracciava uno stile di vita che aspirava all’autosufficienza, in cui l’essere umano viveva in armonia con la natura, ricevendo i suoi frutti senza sfruttarla. Hesse distingueva nettamente tra un amore superficiale per la natura e un amore autentico, che richiede rispetto e cura costante. La sua consapevolezza ecologica lo portava a riconoscere la fragilità della biodiversità e il valore di ogni forma di vita.
L’eredità di Herman Hesse
L’eredità lasciata da Hesse è una testimonianza viva del legame con la natura, che rappresenta una fonte di bellezza, spiritualità e resistenza interiore. Il suo esempio invita a considerare il giardinaggio come un atto poetico, etico e meditativo, che oggi si rivela fonte d’ispirazione per uno stile di vita sostenibile, particolarmente rilevante in un periodo di crisi ecologica.
Iniziare a coltivare il proprio giardino
Seguire le orme di Hesse non implica necessariamente avere grandi spazi; anche un semplice balcone può trasformarsi in un giardino di speranza e rinnovamento. Si può iniziare coltivando piante semplici, come i girasoli, i nasturzi, le dalie e le zinnie, oppure realizzare un piccolo orto con erbe aromatiche e verdure. La chiave è avere la volontà di far crescere qualcosa e lasciarsi sorprendere dal suo ritmo.
Creare spazi che combinano utilità e bellezza è fondamentale: un angolo dove l’orto si mescola ai fiori diventa un microcosmo di armonia. Coltivare un giardino, indipendentemente dalle dimensioni, significa viverlo come una pratica di consapevolezza. È un modo per prestare attenzione ai ritmi naturali e prendersi cura della biodiversità , trasformando il giardino in uno spazio dell’anima, un invito a rallentare e sentirsi parte di un ciclo più grande.