Tar: un singolo esposto non è sufficiente a fermare la movida

Marianna Perrone

Settembre 25, 2025

Un recente intervento del TAR del Lazio ha chiarito un aspetto fondamentale riguardante l’adozione di provvedimenti urgenti da parte dei Comuni per affrontare il disturbo della quiete pubblica, in particolare durante le notti estive. Il 15 gennaio 2025, i giudici hanno accolto il ricorso presentato da un esercizio pubblico di Magliano Romano, contestando le misure restrittive imposte dal Sindaco locale.

Provvedimenti restrittivi e orari di chiusura

Il provvedimento in questione, emesso all’inizio di luglio 2024, prevedeva la chiusura degli esercizi commerciali alle ore 24, estendendo l’orario fino all’1 di notte nei giorni festivi. Questa decisione era stata presa in risposta a segnalazioni di alcuni residenti, che avevano denunciato il disturbo arrecato dalla movida notturna. Tuttavia, il TAR ha sottolineato che la sola esistenza di un esposto non è sufficiente per giustificare tali misure drastiche.

Il ruolo del Sindaco e le verifiche necessarie

I giudici hanno evidenziato che il Sindaco aveva basato la propria decisione su un unico esposto, senza aver effettuato ulteriori verifiche o raccogliere prove materiali che potessero confermare la gravità della situazione. Secondo il TAR, “un mero esposto, non supportato da una successiva attività di verifica dei fatti da parte della pubblica autorità, o comunque da prove materiali inconfutabili, non è sufficiente a dare per assodati i presupposti di adozione del provvedimento contingibile e urgente”. Questo principio ha portato all’annullamento della decisione del Sindaco, evidenziando l’importanza di un approccio più rigoroso e documentato quando si tratta di limitare le attività commerciali per motivi di ordine pubblico.

Implicazioni per altri Comuni

L’esito di questo ricorso rappresenta un importante precedente per altri Comuni che potrebbero trovarsi a dover affrontare situazioni simili. La sentenza del TAR del Lazio, emessa il 15 gennaio 2025, pone l’accento sulla necessità di un bilanciamento tra le esigenze dei residenti e il diritto degli esercenti a svolgere la propria attività, invitando le amministrazioni locali a considerare attentamente le evidenze prima di adottare misure restrittive.

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